Papa Francesco continuerà a risiedere nella Domus Santa Marta

Il Pontefice stupisce ancora: non si trasferirà, per ora, nell’Appartamento del Palazzo Apostolico, ma proseguirà una vita semplice a contatto con gli altri sacerdoti residenti

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Tolti i sigilli, completati i lavori di manutenzione, l’Appartamento Pontificio al terzo piano del Palazzo apostolico era pronto ad accogliere il Santo Padre Francesco. Eppure l’imprevedibile Papa ha stupito ancora una volta tutti, decidendo di restare, per ora, alla Domus Sanctae Marthae, la residenza vaticana che ha ospitato nei giorni del Conclave i cardinali elettori.

Lo ha annunciato oggi, tra le righe, lo stesso Pontefice nella breve e ormai consueta Messa celebrata alle 7.00 di mattina nella Cappella della Domus. Questa mattina, a tutti i sacerdoti e i vescovi che avevano ripreso possesso delle loro stanze lasciate ai porporati durante i lavori nella Sistina, “il Papa ha fatto capire che convivranno per un certo periodo” ha informato Padre Federico Lombardi, spiegando che Francesco “gradisce questa sistemazione e non ha fretta di trasferirsi”.

Tuttavia l’Appartamento apostolico verrà utilizzato dal Santo Padre per le Udienze e per l’Angelus della domenica. Inoltre, ha precisato il portavoce vaticano, il Papa sta già usufruendo abitualmente, la mattina, degli ambienti della Sala Clementina e della Biblioteca privata per i diversi incontri privati e ufficiali.

Dalla stanza 207 assegnatagli con sorteggio durante le Congregazioni generali dei cardinali, Bergoglio si è trasferito quindi nella cosiddetta “suite”, la stanza 201, quella riservata agli ospiti di riguardo, allestita già dai giorni del Conclave per l’accoglienza del Pontefice neo eletto.

La “suite”, in realtà, non è altro che un appartamento più ampio che, oltre alla stanza da letto, dispone di un paio di salottini e un piccolo studio per ricevere ospiti e collaboratori. Imparando a conoscere il modo semplice di essere e di agire del nuovo Papa, è possibile però che abbia lasciato la stanza in una condizione “più spartana”. Anche perché, ha ironicamente osservato Lombardi, “magari nel frattempo è tornato chi la occupava prima del Conclave”.

Non è stato stabilito un tempo esatto di quanto il Pontefice rimarrà in quest’abitazione, fino a ieri provvisoria. Per ora, ha affermato il direttore della Sala Stampa vaticana, il Papa “sperimenta questa forma di abitazione semplice e la convivenza con altri sacerdoti”.

I “vicini di casa” che godranno della privilegiata compagnia sono sacerdoti, vescovi e anche qualche cardinale, normalmente residenti a Santa Marta perché in servizio in Vaticano. Questi, in totale, non occupano nemmeno la metà dei 120 alloggi che la Domus dispone. Nei periodi normali, infatti, molte stanze rimangono vuote, messe a disposizione di chi è di passaggio o per eventi particolari.

Riguardo all’Appartamento del Palazzo Apostolico, padre Lombardi non ha commentato i rumours di questi giorni, secondo cui Bergoglio avrebbe dimezzato gli spazi di abitazione a sua disposizione. Si è limitato a spiegare che i lavori di manutenzione sono stati terminati “in ogni caso” e che l’appartamento “è rimasto così com’era”.

Non c’è molto da stupirsi per questa scelta del Pontefice. In poche settimane Papa Francesco ci ha abituati ormai a gesti “controcorrente” e quella di oggi è l’ennesima distanza presa da un “lusso” che spetta di norma al Successore di Pietro. Un atteggiamento che tanto piace alla gente comune, specialmente a chi ha sempre accusato certi privilegi della Santa Romana Chiesa.

Ma c’è anche chi non condivide l’agire di questo Pastore “un po’ troppo vicino al gregge”. Già oggi – secondo quanto riferito dalla testata Vatican Insider – qualcuno avrebbe obiettato la decisione del Santo Padre di rimanere a Santa Marta, soprattutto per il fatto che, come Papa, si sarebbe trovato troppo a contatto con sacerdoti in servizio nella Curia.  A quanto pare, la risposta di Bergoglio sarebbe stata: «Sono abituato a stare con i miei preti».

Senza troppe dietrologie, infatti, la scelta di oggi è un gesto di normalità che, a dispetto del protocollo, questo Papa va continuamente ricercando. In diverse occasioni si è notato come Francesco si sia trovato molto più a suo agio in ambienti contenuti, con un “pubblico” ristretto, che gli permettesse di respirare più da vicino il calore umano. Come a Buenos Aires, dove ha vissuto sempre per la gente e tra la gente.

Anche i delegati delle altre confessioni cristiane, ricevuti nei giorni scorsi, sono rimasti stupiti e contenti che il Capo della Chiesa cattolica universale li invitasse a prendere posto al tavolo a fianco a lui.

E non si può non ricordare il recente aneddoto della Guardia Svizzera, di turno fuori dall’appartamento del Pontefice, la prima notte dopo l’elezione. Sarà forse una leggenda “metropolivaticana” per far sorridere la gente, ma in base ai racconti del giovane sembrerebbe che Papa Francesco, uscendo dall’abitazione, abbia chiesto alla Guardia se avesse trascorso lì tutta la notte. Al cenno affermativo, il Santo Padre sarebbe rientrato nella stanza, per poi uscire poco dopo con una sedia e una merendina, esortando il giovane a bussare in caso avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa.

Forse è vero ciò che si dice tra la gente: “Questo Papa è come lo Spirito Santo… va dove vuole e fa ciò che vuole”.


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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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