La Croce Rossa aiuta i profughi siriani a rimanere in contatto con le famiglie

Nel campo d’accoglienza di Azraq, in Giordania, è stata allestita una parte dotata di telefoni per permettere alle persone di ascoltare la voce dei propri cari e ricevere notizie su di loro

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Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) si mobilita per consentire ai rifugiati siriani in Giordania di rimanere in contatto con i propri cari. Nel campo d’accoglienza di Azraq è stato infatti predisposta una struttura dotata di apparecchi telefonici e di messaggistica, per consentire ai rifugiati di contattare i componenti della famiglia rimasti in Siria.

La Croce Rossa si sta principalmente occupando dei minori e dei soggetti più vulnerabili, affinché le famiglie vengano informate della loro ubicazione e, laddove possibile, possano anche riabbracciarli.

Il sito di Cicr racconta la vicenda di Um Khader, il quale si reca quotidianamente nella struttura del campo di Azraq per telefonare alla figlia ad Homs. Um Khader ha lasciato la Siria a metà luglio con il marito e altri due figli, e ora si chiede se riuscirà mai a rivedere il resto della prole sparsa tra Siria e Libano. “Ogni volta che sento la voce di mia figlia, sento che il mio cuore sta per saltare fuori dal petto”, dice commossa la donna.

Ha il volto segnato dall’emozione anche Abu-Abdo, il quale riesce a sentire la voce di suo padre rimasto nelle zone rurali di Damasco. Anche lui, con moglie e figli, è fuggito dalla Siria ad inizio luglio. Un altro uomo rifugiato nel campo giordano, Um Mohammad, ha così commentato il servizio al termine di una telefonata con la sorella: “Assistenza, cibo e acqua sono fondamentali per la nostra sopravvivenza, ma abbiamo anche bisogno di informazioni sui nostri cari”.

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ZENIT Staff

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