Eutanasia e libertà religiosa, temi affrontati nelle “Red Masses”

I Vescovi australiani parlano della “battaglia morale” nella Nazione

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MELBOURNE, lunedì, 7 febbraio 2011 (ZENIT.org).- L’Australia vive una “battaglia morale”, dicono i Vescovi del Paese ai giuristi e ai magistrati di fronte all’annuncio di un disegno di legge che legalizzerebbe l’eutanasia in tutti gli Stati australiani.

Questo fatto, insieme alla questione della libertà religiosa, è stato il tema principale della predicazione nelle “Red Masses” (letteralmente “Messe Rosse”), celebrazioni eucaristiche con cui si dà inizio all’anno giuridico, una tradizione che deriva dall’Alto Medioevo europeo ed è ancora in vigore nei Paesi di cultura anglosassone.

In queste celebrazioni, si chiedeva allo Spirito Santo di scendere sui giuristi e sui magistrati perché potessero giudicare con giustizia. L’aggettivo “Rosse” è dovuto alla casula che portano i sacerdoti, in riferimento alla Pentecoste.

L’Arcidiocesi di Sydney ha trasmesso la Messa celebrata lunedì scorso dal Vescovo Anthony Fisher nella Cattedrale di Santa Maria.

Il Vescovo si è rivolto agli oltre 1.000 giudici, avvocati, procuratori, cattedratici e docenti di Diritto che sono in attesa del disegno di legge che legalizzerebbe l’eutanasia nei vari Parlamenti australiani.

“Potremmo essere sull’orlo della legalizzazione, in qualche luogo di questo Paese, dell’assassinio della persone che soffrono da parte di quanti vivono comodamente, dei vulnerabili da parte dei potenti e dei malati da parte di quanti dovrebbero guarirli”, ha avvertito.

Nella sua omelia, il presule ha sottolineato il caso di Salomone, “riconosciuto e rispettato per la sua saggezza e considerato il giudice più saggio di tutti”, che però è stato poi vittima della lussuria di una donna potente e ricca che lo fece cadere in disgrazia e smettere di parlare con la saggezza divina.

“E’ un esempio per tutti noi, visto che abbiamo sperimentato il potere della legge e anche la debolezza della nostra natura”, ha affermato.

Gratitudine e vigilanza

L’Arcivescovo Denis Hart di Melbourne ha celebrato una “Messa Rossa” lunedì scorso nella Cattedrale di San Patrizio.

Il suo discorso è stato incentrato sulla libertà religiosa, portando l’esempio di San Giovanni Bosco e facendo riferimento al Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace.

Citando il Messaggio del Santo Padre, il presule ha affermato che ciò che dice il Pontefice “è che ovviamente il riconoscimento e la difesa del diritto alla libera pratica della fede religiosa è una condizione previa necessaria al mantenimento della giustizia e di una società pacifica”.

L’Arcivescovo ha ammesso che il Messaggio papale si riferisce specialmente alla violenza contro i cristiani, soprattutto in Medio Oriente, ma ha detto che “dovremmo chiederci se nel nostro stesso Paese esistono possibili pericoli nei confronti della libertà religiosa”.

“Come molti di noi si sono riuniti nelle chiese di tutta la città alla vigilia e nel giorno di Natale per celebrare la nascita di Cristo, pochi di noi avrebbero pensato di farlo se ci fosse stata la possibilità di un attacco alle nostre chiese”, ha detto, esortando a ringraziare per la “meravigliosa libertà” di cui “non tutti i Paesi possono godere”.

“Proviamo gratitudine, ma allo stesso tempo dobbiamo mostrarci vigilanti”, ha affermato l’Arcivescovo Hart. “Le libertà che diamo per scontate potrebbero diventare facilmente libertà minacciate”.

In questo contesto, si è riferito alla “battaglia senza fine” dell’aborto.

“Quanti di noi potrebbero immaginare che in questa situazione anche la libertà dei medici e di altri professionisti sanitari di esercitare il proprio diritto all’obiezione di coscienza e non cooperare in alcun modo con le procedure abortive sia stata negata dalla legge?”.

“Siamo consapevoli della pressione costante per permettere la legalizzazione dell’eutanasia. Dobbiamo cercare un punto di vista alternativo o dobbiamo prepararci a un risultato simile?”, ha chiesto.

Cercare  la verità

Monsignor Hart ha anche sottolineato la dichiarazione del Santo Padre per cui al centro della libertà religiosa “c’è il diritto di ogni essere umano a cercare la verità”.

“La vera ragione per cui la libertà religiosa deve essere difesa e assicurata ha a che vedere con la verità più profonda degli esseri umani, che sono fatti da Dio e per Dio”.

“Negare alla gente il diritto di rispondere a questo Dio pienamente, liberamente e apertamente è un tradimento del vero significato di quello che dovrebbe essere il servizio pubblico, in tutte le sue forme”.

“Papa Benedetto ci invita a mantenere lo sguardo fermo su questa verità fondamentale – ha indicato –. Gli esseri umani sono fatti da Dio. Quando ce ne dimentichiamo ed escludiamo Dio dall’ambito privato e pubblico, allora la nostra vita individuale e sociale comincia a sfaldarsi”.

“Non comprendiamo noi stessi né gli altri, e non capiamo la vera natura del mondo in cui viviamo”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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