Eco vaticana dello scoppio di violenza anticattolica a Sialkot (Pakistan)

L’Arcivescovo di Lahore denuncia la passività del Governo

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LAHORE, martedì, 14 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Il dicastero missionario si è fatto eco lunedì della condanna emessa dall’episcopato cattolico del Pakistan per l’aggressione subita da una comunità cattolica del distretto di Sialkot.

L’agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), “AsiaNews”, aveva già anticipato la notizia della violenza il giorno stesso in cui si è verificata, il 3 febbraio.

La mattina di quel giorno, una ventina di uomini e donne ha attaccato la chiesa cattolica di Kawanlit, nel distretto pakistano di Sialkot, e i fedeli che si trovavano lì vicino, fratturando la gamba ad una donna di 70 anni e ferendone gravemente un’altra di 50.

Gli assalitori hanno quindi attaccato il luogo di culto, rompendo le finestre e profanando l’altare maggiore e i libri sacri.

Mentre si allontanava, il gruppo ha minacciato tutta la comunità di altri attacchi se avesse denunciato l’accaduto alle autorità.

Sembra che all’origine dell’aggressione ci sia un terreno occupato con la forza da un musulmano locale, Mohammad Iqbal, anche se si tratta di una proprietà della Chiesa, ha sottolineato l’agenzia del PIME.

L’attacco è stato immediatamente condannato dal presidente della Conferenza Episcopale Pakistana, l’Arcivescovo Lawrence Saldanha – di Lahore –, e dal segretario della Commissione Episcopale Giustizia e Pace, Peter Jacob, in un comunicato congiunto del quale si è fatta eco la Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli attraverso il suo organo informativo “Fides”.

“La violenza contro una debole comunità continua ad avvenire perché il Governo non è riuscito a prendere le decisioni giuste dopo gli incidenti simili avvenuti in passato”, affermano.

“L’esempio più recente – ricordano – è quello di Sangla Hill dove, ad 80 giorni dalla dissacrazione e distruzione di chiese e proprietà cristiane, ancora si attende un processo legale” (cfr. ZENIT, 13 gennaio 2006).

“La discriminazione sociale rimane incontrollata nonostante questo attacco sia il segnale di un nuovo impeto della violenza contro le minoranze più deboli. I luoghi di culto di questa parte della popolazione vengono attaccati impunemente”, denunciano.

I cristiani rappresentano circa il 2,5% della popolazione del Pakistan, che ha 155 milioni di abitanti, il 97% dei quali è musulmano (per la maggior parte sunnita, per un 20% sciita). I cattolici sono 1,2 milioni.

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ZENIT Staff

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