Dall'India il sostegno a una moratoria internazionale sull'aborto

Il neo porporato Oswald Gracias appoggia la proposta de “Il Foglio”

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MUMBAI, lunedì, 7 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Voci a favore della proposta per una moratoria sull’aborto si levano anche dall’India, Paese in cui, come in altri luoghi, si pratica spesso l’aborto selettivo contro le bambine.

A sostenere infatti l’idea della moratoria, lanciata dal giornalista Giuliano Ferrara, è il Cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Mumbai, in un articolo a sua firma pubblicato da “AsiaNews.it”.

“Con tutto il cuore do il benvenuto e il mio sostegno a una moratoria internazionale sull’aborto”, ha affermato il Cardinale, spiegando che “ciò è profondamente necessario per sensibilizzare la comunità mondiale nel creare e costruire una cultura della vita”.

“L’aborto – ha quindi denunciato – è un male orrendo ed è divenuto una delle minacce principali alla dignità umana perché costituisce un attacco contro la vita stessa”.

Si tratta, ha commentato poi, di “un crimine commesso contro coloro che sono i più deboli e indifesi, quelli che possiamo definire davvero ‘i più poveri dei poveri’”.

Il porporato ha quindi lodato la recente votazione all’ONU della moratoria sulla pena di morte, ricordando che con quest’ultima “si rischia di uccidere persone innocenti, si toglie la possibilità del pentimento, di cambiare vita”.

Dal canto suo, “l’aborto è la morte della vera libertà”.

Secondo il Cardinale, sostenere che l’aborto sia un diritto “significa attribuire alla libertà umana un significato perverso e cattivo: quello di un potere assoluto sugli altri e contro gli altri”.

“La cultura dell’aborto, purtroppo è diffusa in tutto il mondo”, ha constatato.

“Permettendolo in modo legale – nel senso che non vi è penalità per chi lo compie – la gente presume che esso è moralmente corretto. Ma questo non è vero: l’aborto è sempre la soppressione di una vita”.

“Quanti milioni di vite sono eliminate, grazie a questa cultura di morte!”, ha esclamato.

Per questo motivo, sostiene il porporato, “ogni persona deve cominciare con l’impegno a non uccidere – o collaborare a uccidere – intenzionalmente nessuna vita umana, per quanto essa possa essere spezzata, deforme, disabile, disperata”.

“L’aborto è incompatibile con la dignità della persona umana, creata ad immagine di Dio. Esso è un grave atto di violenza contro la donna e il suo bambino non nato”.

“Uccidere un bambino nel grembo della madre è uccidere una persona”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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