CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 4 aprile 2008 (ZENIT.org).- Di fronte all’ “edonismo imperante” tra i giovani e alla disgregazione delle famiglie, i nonni possono giocare un ruolo decisivo attraverso il loro sostegno affettuoso e una parola di saggezza.
E’ quanto ha detto questo venerdì il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, durante la seconda giornata della XVIII Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Il porporato ha celebrato la Mmessa che ha preceduto i lavori assembleari, in corso nell’Aula del Sinodo sul tema “I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia”.
Durante l’omelia il Cardinale Bertone ha messo in luce che “se la famiglia è un grande dono per l’umanità, i nonni sono un grande dono per le famiglie”.
Essi, infatti, attraverso la loro esperienza possono offrire un sostegno morale sicuro dinanzi al progressivo indebolirsi dei valori etici sui quali gran parte dei giovani fondano la propria concezione di vita.
Per il porporato è comunque necessario restituire dignità alla figura degli anziani, valorizzando il ruolo nella società di queste persone, che grazie alla loro saggezza sono in grado di trasmettere valori perenni alle nuove generazioni, oltre a custodire un patrimonio inestimabile di testimonianze umane e spirituali.
“Con la sua stessa presenza, la persona anziana ricorda che la vita sulla terra è una parabola — ha spiegato — con un suo inizio e una sua fine: per provare la sua pienezza essa chiede di riferirsi a valori non effimeri e superficiali, ma solidi e profondi”.
Spetta dunque agli anziani, soprattutto ai nonni, “che hanno ricevuto una educazione cristiana […] dimostrare con la vita e con la condotta la bellezza di una sana vita morale”.
Essi “dovrebbero dimostrare ai giovani la forza profonda della fede che ci hanno trasmesso i nostri martiri, e la bellezza della fedeltà alle leggi divine della morale coniugale”.
Da qui l’invito alla preghiera “perché non vadano dispersi quei valori umani e religiosi che hanno formato tante generazioni di famiglie cristiane”.
“Del resto – ha continuato il Segretario di Stato –, i nonni cristiani possono continuare ad assicurare in maniera speciale alle loro famiglie una presenza saggia, un sostegno di amore per tutti”.
Essi, ha rilevato, “possono diventare veri educatori alla fede per i nipoti, insegnando loro a pregare, accompagnandoli al catechismo e aiutandoli a familiarizzare in modo semplice con la Bibbia e le realtà cristiane”.
È l’esempio tramandatoci dal secolo scorso, “soprattutto nei paesi dell’Est Europa, in Stati atei o contrari alla fede – ha detto il porporato –, dove i nonni sono stati una vera e propria cinghia di trasmissione della fede alle nuove generazioni, perché non perdessero la memoria di Dio”.
“Sono stati loro – ha concluso – a catechizzare e a provare la verità della realtà cristiana”.