Viaggio in Terra Santa: fondazione interreligiosa ringrazia il Papa

La “Pave the Way Foundation” lamenta le critiche di alcuni settori

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NEW YORK, martedì, 19 maggio 2009 (ZENIT.org).- La fondazione interreligiosa “Pave the Way Foundation” ha ringraziato con una lettera per “il coraggio e la forza” che Benedetto XVI ha manifestato nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, dall’8 al 15 maggio.

Il testo, firmato dal fondatore e presidente dell’istituzione, Gary L. Krupp, ebreo, lamenta allo stesso tempo le critiche che si sono levate da vari settori contro il Santo Padre, spiegando che in realtà di tratta di persone o istituzioni con “agende opposte”.

“Desidero esprimerle la mia sincera e sentita gratitudine per aver iniziato e completato il suo pellegrinaggio di grande successo in Terra Santa”, spiega il fondatore della “Pave the Way Foundation”.

“In una regione divisa da differenze politiche, religiose e culturali, percorrere una linea sottile per portare il messaggio di pace di Dio a tutti quanti lo ricercano, richiede enorme coraggio e forza”.

“Solo chi cerca di mettersi nei panni di un altro riesce a capire veramente le necessità, le paure, e può identificarsi con il dolore di tutti i popoli della regione. Purtroppo, c’è chi ha agende opposte ed è pronto a criticare e a minare i suoi preziosi sforzi nel nome della pace”.

“Memore di questo, per favore prenda forza dalla voce di coloro che le hanno parlato in musica al suo arrivo in Israele e dall’apprezzamento di quanti vedono attraverso le critiche e l’ostilità e la negatività di alcuni commentatori”.

“Possa Dio darle la forza di continuare il suo pontificato per molti anni, e ricche benedizioni di successo nel suo sforzo di portare la pace di Dio nel nostro mondo travagliato”, termina la lettera, riconoscendo il lavoro del Papa “per porre fine all’uso errato del santo nome di Dio”.

La “Pave the Way Foundation”, come spiega la sua pagina web, “è dedita al raggiungimento della pace colmando le differenze con la tolleranza, l’educazione e le relazioni pratiche tra le religioni, mediante scambi culturali, tecnologici e intellettuali”.

L’organizzazione “cerca di eliminare l’uso della religione come strumento storicamente utilizzato da alcuni per raggiungere i propri interessi personali e provocare conflitti”.

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ZENIT Staff

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