di Roberta Sciamplicotti
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 17 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Ogni decisione economica ha conseguenze sulla persona umana, che è al centro di ogni attività e va quindi tutelata al di sopra di ogni interesse.
E’ quanto ha affermato Benedetto XVI questo giovedì mattina ricevendo in udienza i nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di Danimarca, Uganda, Sudan, Kenya, Kazakistan, Bangladesh, Finlandia e Lettonia in occasione della presentazione delle loro lettere credenziali.
“In un mondo sempre più globalizzato, gli sforzi per promuovere lo sviluppo umano integrale e un ordine economico sostenibili devono considerare il rapporto fondamentale tra Dio, la creazione e le sue creature”, ha spiegato al Papa nel suo discorso al rappresentante danese, Hans Klingenberg.
In questa prospettiva, “le tendenze alla frammentazione sociale e le iniziative di sviluppo a macchia di leopardo possono essere superate dal riconoscimento della dimensione morale unificante che è costitutiva di ogni essere umano, e delle conseguenze morali di ogni decisione economica”.
Ricordando che la capitale danese, Copenhagen, sta ospitando la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, il Papa ha sottolineato che “le delibere politiche e diplomatiche in gioco nell’affrontare le richieste di una questione così complessa testano la determinazione a rinunciare a presunti vantaggi nazionalistici o a breve termine a favore di benefici a lungo termine per l’intera famiglia umana”.
“Un cambiamento fondamentale di un qualsiasi tipo di comportamento umano – individuale o collettivo – richiede la conversione del cuore”.
Il Papa ha anche sottolineato che i doveri nei confronti dell’ambiente non possono mai essere separati da quelli verso la persona umana.
A questo proposito, ha denunciato come “troppo spesso gli sforzi per promuovere una comprensione integrale dell’ambiente hanno dovuto convivere con una visione riduzionista della persona”, che è “lacunosa nel rispetto della dimensione spirituale degli individui e a volte ostile verso la famiglia”.
La Santa Sede, ha del resto ricordato il Papa rivolgendosi all’ambasciatore del Kazakistan, Mukhtar B. Tileuberdi, “incoraggia le Nazioni a rispettare la persona umana nella sua totalità, riconoscendo i bisogni sia spirituali che materiali di tutti”.
“L’uomo è la fonte, il centro e l’obiettivo di tutta la vita economica e sociale”, ha spiegato. In questo contesto, la Chiesa lavora “come lievito in ogni società per sottolineare la dignità dell’uomo, per dargli la forza necessaria a generare una visione più chiara di sé e a raccogliere le energie a servizio dell’autentico sviluppo umano”.
Per questo, ha detto all’ambasciatore della Lettonia Einars Semanis, è necessario difendere i Paesi dal degrado ambientale, prendendo anche spunto “dal folklore e dalla cultura come solida base per la preoccupazione per la terra in tutti i suoi aspetti”.
“Usando l’ingegno e coltivando le risorse che Dio ha dato, valorizzando la dignità umana e rispettando la vita, promuovendo la vocazione dell’uomo a costruire un umanesimo aperto ai valori spirituali e trascendenti”, sarà possibile intraprendere uno sviluppo “che difenda la dignità della persona umana essendo allo stesso tempo sensibile ai requisiti di un’economia sostenibile”.
Combattere la povertà e favorire l’istruzione
Per raggiungere un autentico sviluppo integrale, ha ricordato il Pontefice rivolgendosi all’ambasciatore del Bangladesh, Abdul Hannan, è necessaria la riduzione della povertà, il cui alleviamento è “inestricabilmente legato all’estensione dell’impiego dignitoso”.
Il lavoro, ha sottolineato, “dà espressione alla dignità umana, permettendo agli uomini e alle donne di realizzare i loro talenti, di sviluppare le loro abilità e rafforzare i legami reciproci di solidarietà”.
La solidarietà, a sua volta, “ha anche una dimensione spirituale, perché condividendo i frutti del loro lavoro, soprattutto con i bisognosi, le persone testimoniano la bontà dell’Onnipotente e la sua preoccupazione per i più poveri e i più deboli”.
Il miglioramento degli standard di vita, ha proseguito il Papa, dipende anche dall’impegno nel settore dell’istruzione.
“Nell’era della globalizzazione, è sempre più chiaro che un maggiore accesso all’istruzione è fondamentale per lo sviluppo a qualsiasi livello”, ha infatti sottolineato.
“Più di tutto, è essenziale che gli insegnanti comprendano la natura della persona umana e curino ogni studente come un individuo unico e prezioso, fornendo nutrimento all’anima e alla mente”.
Coesistenza pacifica tra le religioni
Parlando al rappresentante del Bangladesh, Benedetto XVI ha anche ricordato l’importanza della coesistenza pacifica tra i credenti delle varie religioni.
“Prego che i musulmani, gli indù, i cristiani e tutte le persone di buona volontà nel suo Paese diano una testimonianza instancabile alla coesistenza pacifica che resta la vocazione di tutta la razza umana”, ha infatti auspicato.
“L’intimidazione e la violenza erodono la base dell’armonia sociale e devono essere deplorate come offensive della vita e della libertà”.
“Le religioni – ha detto all’ambasciatore del Kazakistan – hanno molto da offrire allo sviluppo, soprattutto quando il posto di Dio viene riconosciuto nella sfera pubblica”.
I gruppi religiosi, ha aggiunto parlando al rappresentante della Finlandia, Alpo Rusi, possono “attirare l’attenzione su certi valori che corrono il rischio di essere erosi nel processo di secolarizzazione”.