di Luca Marcolivio
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 25 maggio 2012 (ZENIT.org) – Le grandi sfide della Chiesa nel difficile tempo attuale sono state l’oggetto della conferenza stampa tenuta oggi a mezzogiorno dal cardinale Angelo Bagnasco.
L’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha incontrato i giornalisti nei pressi dell’Aula Paolo VI, in occasione della conclusione della 64° Assemblea Generale della CEI.
Rispondendo ad una domanda di Zenit, il porporato ha affermato che il tema della famiglia ha occupato un “posto non piccolo” durante le sessioni dell’Assemblea Generale, non solo per l’imminenza dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, ma anche perché la famiglia è “nucleo centrale dell’uomo e della società” e “risorsa fondamentale ed irrinunciabile per l’economia”.
Sulla questione dell’“inverno demografico” in Italia, il cardinale Bagnasco ha ribadito che le strade per uscirne sono fondamentalmente due: 1) l’introduzione di “politiche di sostegno” per la famiglia; 2) un cambiamento “culturale” che individui nella famiglia un fattore di “fiducia verso il futuro e speranza verso la vita”.
Il presidente della CEI ha poi commentato con cauto ottimismo i dati che vedono la percentuale italiana di cattolici praticanti intorno al 15-20%. Un dato non altissimo ma comunque superiore alla media dei paesi europei più avanzati.
Con riferimento al tema della crisi economica e della disoccupazione, Bagnasco ha ribadito la posizione della Dottrina Sociale della Chiesa, secondo la quale il lavoro non è soltanto una forma di sostentamento ma un mezzo fondamentale per “esprimere se stessi e i propri talenti” e per la “costruzione della società”.
La finanza, l’economia, la politica e la cultura, ha aggiunto il porporato, devono avere tutte un “criterio unificante” che è la centralità della persona e la sua dignità.
Inoltre la crescita e lo sviluppo del nostro paese saranno possibili se si ritrova lo spirito dei nostri avi del dopoguerra, in particolare “la coesione, il senso del vicinato e della solidarietà”.
In tal senso, il governo italiano ha un’enorme responsabilità nel superamento della crisi, che dovrà essere “la più tempestiva possibile”. “Ai sacrifici dovranno conseguire dei risultati”, ha sottolineato il presidente della CEI.
L’impegno dei cattolici in politica, argomento di primissimo piano nell’attuale pastorale dei vescovi italiani, è un altro tema sempre più urgente, in quanto, secondo Bagnasco, c’è bisogno di una “presenza convinta ed argomentata dei cattolici nella vita del paese”.
Nessun cattolico, ormai, può permettersi più di “ritirarsi nel privato” ed è un “dovere” mettersi a disposizione della vita pubblica, “ognuno secondo i propri talenti”.
Un dato che desta soddisfazione, secondo il presidente della CEI è relativo all’8 per mille, del quale si riscontrano in aumento sia il numero di sottoscrittori, sia l’ammontare complessivo delle sottoscrizioni.
Altro passaggio della conferenza stampa ha riguardato le Linee Guida contro la pedofilia nel clero. A tal proposito Bagnasco ha spiegato che, attraverso il documento promulgato lunedì scorso, la CEI ha sostanzialmente recepito le linee guida dettate l’anno scorso dalla Santa Sede, sulla base della legislazione italiana.
Sulla stessa tematica, l’arcivescovo di Genova ha ricordato che, ai sensi il diritto canonico, la prescrizione per il reato di abuso sessuale sui minori è più lunga rispetto all’ordinamento italiano: 20 anni (solo 10 nel Codice Penale italiano) a decorrere dal compimento della maggiore età da parte della vittima.
Quanto alle iniziative pro-life tenutesi nelle scorse settimane, la Marcia per la Vita e il Life Day, Bagnasco ha implicitamente invitato a superare i dualismi, in quanto qualsiasi iniziativa genuinamente a favore della vita, va appoggiata.
Un’ultima riflessione è stata riservata da Bagnasco ai controversi casi che hanno segnato il Vaticano nelle ultime settimane. “Il peccato – ha detto – porta sempre alla divisione ed è una realtà molto concreta che tocca tutti”, uomini di Chiesa, compresi. La risposta è rappresentata da uno stato costante di “conversione” e dalla “santità”.
Bisogna, tuttavia, prestare sempre attenzione a “non enfatizzare” le questioni negative e a non dimenticare che, oltre al male, “esiste anche il bene” ed è giusto parlarne. “Il male è in noi – ha commentato il cardinale – ma la salvezza è l’ultima parola, perché Dio ha vinto il peccato”.