Si è aperto oggi il convegno internazionale TEDx Via della Conciliazione. L’evento ha riunito nell’Auditorium a due passi da San Pietro una serie di scienziati, artisti, musicisti e studiosi per discutere il tema della libertà religiosa nei loro rispettivi campi. Tra i relatori presenti c’era anche padre Guy Consolmagno, gesuita, scienziato planetario presso la Specola Vaticana, curatore della collezione di meteoriti del Vaticano con sede a Castel Gandolfo. Nella sua vivace presentazione a TEDx, ha colpito i presenti dichiarando: “Sono la prova vivente che si può essere sia un ‘fanatico’ di scienza che un ‘nerd’ di Chiesa”. Al termine della conferenza, ZENIT lo ha intervistato.
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Quali sono le sue prime impressioni su TEDx?
Padre Consolmagno: Sono impressionato da una serie di cose, in particolare dalla qualità dei colloqui, veramente di serie A, e dall’intensità del pubblico, persone serie che non sono qui solo per uno spettacolo. E, anche se suona strano, devo dire che per essere in Italia, l’evento è stato davvero ben organizzato (ride).
Nel suo discorso ha parlato principalmente del rapporto tra scienza e fede. Secondo la sua esperienza, perché è rilevante questo rapporto nella società di oggi?
Padre Consolmagno: Per un sacco di ragioni pratiche. La maggior parte dell’economia mondiale, si basa sempre più sull’high tech, il che significa che gli esseri umani si avvicinano alle domande della vita con una mentalità tecnica. Penso che sia molto importante per la religione, quindi, abituarsi a pensare in un modo più “techies” (vicino alla tecnologia n.d.r.), per capire meglio come gli uomini di oggi si pongono domande e che tipo di risposte stanno cercando. Non significa che dobbiamo seguire queste correnti, ma portare i “techies” a riconoscere che la visione scientifica del mondo è bella e grande, ma comunque incompleto. Bisogna incoraggiare un pensiero più filosofico tra i “techies”, perché a fine giornata siamo tutti in cerca della verità, siamo tutti pervasi dal desiderio di trovare la verità che, di per sé, è anche un segno della presenza di Dio in noi.
Recentemente, si è svolta in Vaticano una conferenza sulla ricerca sulle cellule staminali. Molte persone hanno avuto la percezione che solo ora la Chiesa stia mostrando una più grande apertura verso la scienza, quando in realtà sono anni che si è aperta alla scienza….
Padre Consolmagno: È vero, purtroppo è un mito duro da rompere perché è dal tardo XIX secolo che è fermamente stabilito. C’erano un sacco di collegi elettorali che volevano disperatamente portare avanti l’idea di una guerra tra scienza e religione per i propri scopi politici. E fu anche parte dell’Unità d’Italia che il governo italiano anticlericale inventò questo mito della Chiesa che voleva sopprimere la scienza. Quando è sempre stato esattamente il contrario. La maggior parte degli scienziati erano nobili o ecclesiastici, perché chi altro aveva l’opportunità di studiare le scienze allora? È un’impressione che esiste ancora oggi. Il mito, però, ha assunto una vita propria, perché è popolare ed è facile dipingere le persone come un “Kirk” o uno “Spock” (personaggi di Star Trek, n.d.r.). Riguardo al discorso della ricerca sulle cellule staminali, credo ci sia un equivoco fondamentale di cui gli scienziati stessi sono in parte responsabili: la differenza tra la scienza e la tecnologia, e l’uso della scienza e della tecnologia. Solo perché non mi piacciono le bombe nucleari, non significa che io non credo nella fisica nucleare. Solo perché sono preoccupato per le implicazioni etiche della biotecnologia, dell’ingegneria genetica, non significa che devo essere contrario alle scienze biologiche. Sono questioni separate che funzionano in parallelo. Solo perché io sono un esperto in biologia, non vuol dire che sono la persona adatta a decidere quale sia il suo uso etico più giusto.
Vorrei concludere con una frase molto forte che ha dichiarato nel suo discorso: “Scienza e religione adorano lo stesso Dio, che è la Verità”. Può approfondire meglio questa frase che sicuramente ha colpito molte persone?
Padre Consolmagno: Ho incontrato una serie di meravigliosi scienziati che disprezzano la religione. Se uno scienziato, che crede di essere ateo, fornisse dati falsi per ottenere una borsa di studio o diventare famoso, pensando “Tanto prima che esca la verità, io sarò già morto”, non sarebbe uno scienziato! Non credo proprio infatti che lo farebbe, perché significherebbe andare contro tutto ciò in cui crede. La verità è più importante della propria reputazione, della propria gloria, del proprio guadagno. La verità è qualcosa che non si può pesare o misurare, che esiste nel trascendente, al di fuori di noi stessi a cui noi siamo devoti e che utilizziamo come bussola della nostra vita. Ho appena descritto Dio!