Sacerdoti “nuovi” capaci di dar vita ad una pastorale “nuova”, sacerdoti-Cristo per l’umanità, pronti a uscire verso le “periferie esistenziali”. E’ questo l’augurio di Maria Voce, presidente dei Focolari, che facendo eco alle parole di Papa Francesco, illustra sfide e finalità del Centro di spiritualità per sacerdoti “Vinea Mea”, riaperto ieri ufficialmente con il convegno “Sacerdoti, diaconi e seminaristi a scuola di comunione” svoltosi, in diretta streaming. Presenti i vescovi mons. Mario Meini e Mons. Luciano Giovannetti, i sindaci di Incisa e Figline Valdarno Fabrizio Giovannoni e Riccardo Nocentini oltre a circa 200 ospiti provenienti da diverse regioni italiane.
Maria Voce ha evidenziato l’importanza per il Centro Vinea Mea di essere parte della cittadella di Loppiano, da cui trae vita la proposta formativa, in quanto “Loppiano si propone come una porzione di Chiesa viva e come bozzetto di società nuova, mostrando come sarebbe il mondo se alla base di ogni rapporto si mettesse l’amore evangelico”. Un luogo dove “si formano uomini nuovi, aperti al dialogo, alla comunione, uomini capaci di fare della propria vita un dono per gli altri”.
E ricorda l’augurio che Chiara Lubich fece nel ’66 ai sacerdoti presenti all’allora nascente scuola sacerdotale: “Saper posporre tutto, svestirsi di ogni pretesa di potere, per assicurare la presenza di Gesù fra loro. In questo modo sarà inevitabile che Gesù faccia venire fuori una pastorale nuova e dei sacerdoti nuovi, sacerdoti pronti a dare la vita per tutti”. Ed ha auspicato che esperienze come questa si moltiplichino anche in altri Paesi.
Dalla sua nascita, il Centro di spiritualità ha ospitato oltre 4.000 sacerdoti, diaconi e seminaristi di numerosi Paesi del mondo, formandoli ad essere costruttori di comunità nelle parrocchie e negli ambienti sociali e civili in cui operano.
Il Vescovo di Fiesole, Mario Meini, sia nel suo intervento al Convegno che nella Messa conclusiva celebrata nell’attigua Chiesa anch’essa recentemente restaurata, ha tratteggiato la figura del sacerdote ponendo l’accento “non tanto sull’oggi ma sul sempre“, su quelle linee cioè contenute nella tradizione del pensiero e della vita della Chiesa, con spunti di riflessione sulle sfide della modernità. Sacerdoti che siano “uomini credibili”, “cristiani in comunione con i fratelli”, che esercitino il loro “ministero nella comunità, come uomini di fede”, con “passione pastorale”, che siano “cittadini del mondo” e capaci di muoversi nella rete delle comunicazioni globali. “Occorre, ha concluso, una spiritualità presbiterale non legata ad una cultura o ad un ambiente, ma che sappia farsi voce del mondo intero e senta il respiro della storia oggi; occorrono sacerdoti portatori di comunione”. Prospettiva che trova eco nell’esperienza che Loppiano propone e per la quale mons. Meini ha ringraziato.
Don Imre Kiss, sacerdote ungherese, attuale responsabile di Vinea Mea ha illustrato metodo e programmi. La scuola è articolata in “piccoli focolari di 6-8 persone, a misura di famiglia, per meglio poter mettere in pratica l’amore scambievole concreto e profondo e imparare in prima persona che cosa vuol dire spiritualità di comunione”. Ai sacerdoti, attualmente da 11 Paesi di età tra i 20 e i 75 anni, insieme all’approfondimento della spiritualità dell’unità, il centro offre corsi di carattere teologico ed ecclesiologico e laboratori tematici sulla pastorale familiare, giovanile, sociale, sul dialogo con vari ambiti della cultura contemporanea e altre tematiche di attualità. La scuola Vinea mea promuove inoltre iniziative come settimane di convivenza per seminaristi o corsi per educatori nei seminari a servizio di una Chiesa sempre più “comunione”.
La riapertura del Centro avviene a conclusione di due anni di lavoro di ristrutturazione e restauro dell’antico convento francescano del XVI sec., che già da oltre 30 anni lo ospitava, ad opera dello Studio di architettura e progettazione Centro Ave Arte (Loppiano – FI). L’intervento si è reso necessario per rendere gli ambienti atti allo stile di vita di comunione che costituisce il tratto specifico di questa scuola per sacerdoti, nella quale il sacerdote è “in mezzo” al popolo, in dialogo con ogni ambito dell’umano in questi tempi di disorientamento e profondo cambiamento socio-culturale. Vita Zanolini ed Elena Di Taranto dello studio di architettura Centro Ave Arte hanno illustrato la sfida posta dal progetto di ristrutturazione: favorire le nuove esigenze, nel rispetto e continuità con la memoria storica di cui l’edificio è testimone. Continuità quindi non solo spirituale ma anche storico-architettonica.