Tradimento virtuale o reale?

Gli uomini e le donne che si incontrano on line intrecciano spesso relazioni percepite come autentiche e coinvolgenti. Spesso più di quelle vissute nella realtà

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Vorrei definire le caratteristiche dei legami virtuali infedeli e dimostrare che l’infedeltà on line, anche quando rimane confinata al mondo virtuale, può essere altrettanto consistente, proprio come quella reale. I rapporti con gli altri sono sempre più veloci e superficiali e spesso non vanno oltre il semplice apprezzamento dell’aspetto esteriore; nella vita reale ciò che attrae è il corpo, un gesto o uno sguardo. Nell’incontro virtuale tutte le regole cambiano “si comunica dentro una bolla d’aria e si abita in un non luogo”, tutto è concesso e tutto è possibile.

Le persone a volte entrano nelle chatline o nei social network per gioco e curiosità, ma anche e soprattutto per solitudine e noia del quotidiano. Internet, in questo senso, da la possibilità di sperimentare se stessi senza limiti e restrizioni e quindi di provare emozioni forti ed estreme che diventano la misura del nostro esistere (sensation seeking). C’è la voglia di cercare qualcosa di nuovo e di migliore rispetto a ciò che si ha: nella vita reale chi ama davvero non può evitare di mettere in gioco interamente se stesso, ma questo ci getta in una condizione di vulnerabilità e dipendenza dall’altro che narcisisticamente facciamo difficoltà ad accettare e preferiamo quindi mantenerci sulla superficie dei rapporti.

L’individuo postmoderno digitale con un semplice click può passare velocemente e senza problemi dall’ “online” all’ “offline” e può scegliere di rappresentare se stesso in modo molto diverso da quello che è, di raccontare emozioni che non vive, e inoltre può costruire dell’altro una immagine fai-da-te: c’è “il sogno” di qualcun altro. È proprio questo il narcisismo digitale tipico dell’incontro online: ciò che si cerca nella relazione affettiva non è più l’altro, ma attraverso la manipolazione dell’altro, la realizzazione di se stessi.

Questi fenomeni, unitamente al tema della “velocità”, sono alla base della profonda crisi della relazione interpersonale, che sempre più acquista modalità “liquide”, indefinite, instabili e provvisorie. In questo senso la tecnomediazione della relazione (chat, blog, sms, social network) offre all’uomo del III millennio una risposta formidabile e affascinante: alla relazione si sostituisce la “connessione”, che costituisce la nuova privilegiata forma di relazione interpersonale. È fluida, consente espressioni narcisistiche di sé, esalta l’“emotivismo”, è provvisoria, liquida e senza garanzie di durata, è ambigua e indefinita: la connessione (cioè l’insieme della tecnomediazione della relazione grazie alla tecnologia digitale) è dunque la più straordinaria ed efficace forma di relazione per l’uomo “liquido”.

Alcuni si chiedono se invece il bisogno di realizzarsi nell’altro sia così insito nella natura umana ma così difficile nel mondo reale che alcune persone potrebbero avere la necessità di entrare nel virtuale per riuscire a mostrare quella parte di sé, la più vera ed intima, che nella vita di tutti i giorni rimane nascosta. La ricerca d’intimità è un aspetto importante di quello che definiamo ora legame virtuale. La protezione dello schermo permette di abbassare la soglia del pudore e gli individui riescono a svelare loro stessi, si sentono vicini e si sostengono; si raggiunge così un livello così profondo di intimità in tempi irrealisticamente rapidissimi con effetti sconosciuti.

Paradossalmente si è più visti se si è nascosti dietro un video, e la sicurezza dello schermo permette ai cyberinterlocutori di esprimersi i modi più spontanei, sinceri, veri, reali di quelli possibili nella realtà. I sentimenti di condivisione dei più intimi segreti, di accettazione e di fiducia reciproca, la sensazione di supporto emozionale risultano facilitati, accelerati, grazie allo pseudo-anonimato che consente la libera espressione di sé, l’affrancamento dalle inibizioni e dai vincoli presenti nella vita quotidiana rendendo meno pericolosa e minacciosa la scoperta di sé nella relazione.

L’intimità viene vissuta con molta più facilità in rete, probabilmente perché si avverte che c’è meno da perdere scoprendosi nella relazione virtuale e c’è una maggiore possibilità di controllo della relazione stessa. L’amore in chat è un amore percepito, da chi lo vive, come vero, reale, profondo, dove il virtuale è solo il peculiare scenario su cui si articola e prende forma la relazione. E quindi chi nella vita reale è impegnato affettivamente, compie un tradimento se instaura una relazione online? Possiamo parlare di infedeltà virtuale?

Consideriamo adulterio non tanto il desiderare o ammirare le persone che si incontrano abitualmente nella vita, ma l’affinità profonda tra le persone che si incontrano, si ricercano, si ritrovano, si raccontano narrando i sentimenti più profondi. Si può quindi considerare tradimento quello virtuale, anche quello che non arriva mai ad un incontro reale proprio per il grado di intensità e di intimità che esso raggiunge, ma anche per l’aspetto di segretezza del quale è contaminato. La persona sente di investire molto nella relazione virtuale tanto da sentirsi in colpa e da volerla tenere nascosta, come se fosse una seconda vita.

Attualmente sono molte le persone che vedono cambiato il partner per un amore virtuale. Infatti la realtà virtuale si intreccia con quella quotidiana interferendo nella stessa in modo così imponente da cambiare l’assetto cognitivo ed emotivo della persona che la vive.

Riassumendo, le caratteristiche del “legame virtuale”, nel tradimento on line, sono le seguenti: intimità (a volte profondissima, anche se con perfetti sconosciuti); velocità nel coinvolgimento; capacità di suscitare emozioni forti; narcisismo digitale; ambiguità; capacità di interferire con il reale (il traditore on line vede il partner reale come poco interessante e via via perde interesse per la relazione reale che ha in corso); segretezza; erotizzazione.

Tutte queste caratteristiche ne determinano la straordinaria capacità di modificare il vissuto reale, anche quando il tradimento on line rimane confinato nel mondo virtuale, e di manifestare al soggetto la vulnerabilità del legame con il partner reale. Inoltre occorre considerare che le persone che tendono ad instaurare legami virtuali, esprimono in questi comportamenti bisogni e fragilità personali che rimandano ad una sostanziale immaturità affettiva e che spingono a ricercare alternativi paradisi affettivi telematici.  

In altri termini se il legame virtuale tra due persone presenta le caratteristiche che ho delineato sopra, a mio parere l’infedeltà virtuale è del tutto rapportabile a quella reale: anzi, a volte, è più reale e coinvolgente di un tradimento vissuto nel mondo extradigitale.

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Bibliografia

Cantelmi T., Carpino V. (2005), Tradimento on line, Franco Angeli Editore

Glattauer D. (2010),Le ho mai raccontato nel vento del nord, Feltrinelli Editore

Cantelmi T. (2013), Tecnoliquidità, Edizioni San Paolo, 2013

[Fonte: Punto Famiglia, settembre-ottobre 2013, pp.38-39]

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Tonino Cantelmi

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