Senza luci. È così che si presenta questa sera la Cattedrale di Colonia, rimasta al buio in protesta contro una marcia che attraversa la città organizzata dal gruppo Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente).
La decisione è stata presa dal decano della cattedrale, Norbert Feldhoff, che definisce Pegida un’organizzazione “composta da un sorprendente mix di persone, che vanno da membri della società comune a razzisti”. La Cattedrale senza luci va interpretata come una sfida. “Spegnendo l’illuminazione – aggiunge – vogliamo far sì che coloro che partecipano alla marcia si fermino e pensino. È una sfida: considerate a fianco di chi state marciando”.
Già a Dresda, dove Pegida ha iniziato le sue manifestazioni, il Superoper, il teatro dell’opera della città, aveva spento le luci in segno di protesta. Decisione che non aveva però disincentivato i cittadini dal partecipare: lo scorso 22 dicembre tra le fila di Pegida hanno marciato 17mila persone. Un fenomeno che preoccupa le autorità. Persino la cancelliera Angela Merkel, nel suo discorso di Capodanno, ha fatto appello alla popolazione affinché non appoggi l’organizzazione.
Pegida ha portato però all’attenzione dell’opinione pubblica tedesca il crescente malcontento verso l’immigrazione straniera e le politiche d’accoglienza del governo, nonché la preoccupazione nei confronti di quella che viene definita “islamizzazione” del Paese. La Germania è oggi il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, come meta di emigrazione: nel 2014 ha accolto 200mila richiedenti asilo.
Lutz Bachmann, 41enne leader dell’organizzazione, respinge ogni accostamento con regimi del passato. “A causa di politiche di asilo sbagliate, i francesi e gli olandesi votano partiti di estrema destra, e questi partiti diventano sempre più forti – dice -. Dicono che siamo nazisti. Al contrario: è esattamente quello a cui ci opponiamo”.
La Cattedrale di Colonia, dove sono custodite le reliquie dei Re Magi, resta a luci spente proprio la sera della vigilia dell’Epifania.