Invitati a conversione

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 1,14-20

Lettura

Iniziamo quello che la liturgia chiama “tempo ordinario” leggendo il Vangelo di Marco. Nel brano oggi proclamato, contempliamo Gesù che, dopo il battesimo al Giordano e le tentazioni nel deserto, ritorna in Galilea per dare inizio al suo ministero di evangelizzatore. Marco sintetizza tutta la predicazione di Cristo in quest’annuncio: «Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo». I primi ad accogliere quest’appello sono quattro pescatori che, lasciato tutto, seguono Gesù per divenire suoi discepoli e poi, «pescatori di uomini».

Meditazione

Quando san Giovanni Paolo II aggiunse al Rosario i “misteri della luce”, presentò il terzo mistero che abbracciava tutta la vita pubblica di Gesù, scegliendo proprio il versetto del Vangelo di Marco che abbiamo ascoltato. Così egli scriveva: «Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione». Che significato ha sulla bocca di Gesù la parola “conversione”? Prima di tutto, indica il passaggio dal peccato alla grazia, come avvenne per l’apostolo Matteo. Ma anche passaggio dal bene al meglio, come abbiamo sentito che avvenne per Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, i quali vivevano di un onesto lavoro con cui sostenevano se stessi e le proprie famiglie, e furono chiamati dal Maestro per una missione più grande a favore di tutta la Chiesa. In questo senso, Gesù chiede a tutti una conversione continua. Ricordiamoci, però che la conversione, più che opera nostra, è frutto della grazia di Dio donataci, soprattutto, attraverso i sacramenti. Dunque, l’invito alla conversione ci conduce al sacramento della Riconciliazione o Penitenza, attraverso il quale possiamo sperimentare «settanta volte sette» il perdono di Dio. Ma per ottenere la grazia efficace del sacramento, occorre la nostra collaborazione, è necessario, cioè, che vi sia vera conversione, la quale si manifesta nella contrizione. «Infatti al regno di Cristo noi possiamo giungere soltanto con la “metánoia” (termine greco che noi traduciamo con conversione), cioè con quel cambiamento intimo e radicale, per effetto del quale l’uomo comincia a pensare, a giudicare e a riordinare la sua vita, mosso dalla santità e dalla bontà di Dio, come si è manifestata ed è stata a noi data in pienezza nel Figlio suo» (Paolo VI, Paenitemini). Ecco la definizione più completa del termine “conversione”, ed ecco il modo concreto di credere al Vangelo, cioè a Gesù.

Preghiera

«Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. Tu, Signore, sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo, mi circondi di esultanza per la salvezza» (dal Salmo 32).

Agire

Non lascerò passare troppo tempo tra una confessione e l’altra.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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