La visita di papa Francesco nello Sri Lanka e nelle Filippine ha suscitato commenti entusiasti tra i missionari dell’Opera Don Guanella impegnati nel continente asiatico.
Padre Luigi De Giambattista, da oltre trent’anni missionario in India, Filippine e Vietnam ha definito il viaggio di Francesco “un forte invito a cooperare per promuovere una autentica cultura dell’incontro, fatta di ascolto, dialogo, premura, per generare pace e riconciliazione in tutti gli ambienti, attraverso la testimonianza personale in primis e tutte le opere poi”.
Dal Santo Padre giunge quindi “un incoraggiamento a custodire uno stile permanente ‘in uscita’, in ascolto dei bisogni dell’uomo, teso ad offrire risposte di vita autentica”, ha aggiunto padre De Giambattista.
I guanelliani presenti oggi in India in Andrha Pradesh e Karnataka sono partiti dal Tamil Nadu 30 anni fa, dove sono attualmente presenti insieme alle religiose con diverse missioni – seminari, casa per orfani, parrocchia e servizi pastorali.
“Il Tamil è a Sud dell’India – ha proseguito il sacerdote -. Lo Sri Lanka è di fronte. Di mezzo l’oceano. Con il cuore siamo già lì. Ce lo chiedono tanti nostri giovani religiosi indiani nativi del Tamil che sentono profondamente il desiderio di estendere le opere di carità guanelliane sull’isola per portare a poveri e sofferenti, come diceva San Luigi Guanella, un po’ di bene”.
“Un viaggio che ci ha interpellato nel profondo invitandoci a dare concretezza al sogno di oltrepassare l’oceano per allargare la tenda della carità”, ha quindi osservato il missionario guanelliano.
Padre Luigi De Giambattista è giunto per la prima volta a Manila, il 19 giugno 1989, accolto dai francescani. “Mi offrono un posto letto ed inizio così ad imparare la lingua locale, prestare servizio nei lebbrosari, accanto ai giovani”, racconta il missionario guanelliano.
Poi, nel 1993, una famiglia con sette figli dona a metà prezzo un terreno di due ettari. Il 19 dicembre 1992, a 150 anni dalla nascita di don Luigi – con la benedizione di una pietra portata dal Rabbiosa, il ruscello del suo paese natale Fraciscio – l’inizio della missione guanelliana nella baraccopoli di Tandag Sora, Manila.
“Ricordo l’inizio dei lavori, sotto una pianta di mango, ancora presente: i sogni, risposte alle tante povertà che percepivo”, rammenta ancora padre De Giambattista.
Oggi, dopo 26 anni sulla piccola collina, i guanelliani hanno aperto una grande Tenda della Carità: il Centro pastorale per aiutare i bambini denutriti, fornire assistenza scolastica con una maestra specializzata anche nel linguaggio dei segni, accoglienza a disabili e buoni figli, cappella domenicale e catechesi.
Da parte sua fratello Mauro Cecchinato, missionario a Manila ha raccontato di “persone in fila dalle 4 di mattina”, per accogliere il Papa di fronte alla Nunziatura, sebbene la sicurezza abbia “ristretto molto le presenze”.
Secondo quanto riferisce il religioso, al Centro dei Guanelliani, situato nella baraccopoli di Tandang Sora a Manila, saranno due i bambini, disabili e abbandonati dai genitori, che prenderanno parte all’incontro del Papa con le famiglie, accompagnati da due cooperatori laici. Altri sette saranno domenica alla Messa finale insieme a sette seminaristi.
Nove in tutto provenienti dal grande Centro realizzato in 26 anni dai Servi della Carità tra i poveri della baraccopoli, che comprende ora un Centro pastorale per sostenere bambini denutriti e offrire assistenza scolastica, una casa per 21 bambini disabili abbandonati, servizi di fisioterapia ed idroterapia, housing project per 16 famiglie in difficoltà, ambulatorio con medico, laboratori di terapia occupazionale, spazi di aggregazione ed animazione per giovani. [L.M.]