I leader tribali nella regione meridionale di Mindanao hanno conferito a Papa Francesco il titolo di “Apo Edsila” o “Luce dell’Anziano”, perché “lui è degno di grande stima per il suo amore per noi, per i popoli indigeni e per il suo rispetto per i valori e le credenze che da tempo immemorabile abbiamo ritenute sacre”. Ad affermarlo è Dulphing Ogan, leader del Kalumaran, un’organizzazione delle popolazioni indigene nel sud delle Filippine, all’agenzia Misna.
Nella sua visita di cinque giorni nel paese, il Papa ha invitato i capi di governo a rispettare i “diritti inalienabili di tutti, comprese le popolazioni indigene e delle minoranze religiose” a Mindanao. Ogan ha anche aggiunto che l’enciclica anticipata dal Papa sul cambiamento climatico “sarà una boccata di aria fresca per i popoli indigeni” perché, probabilmente, porterà allo scoperto la questione dei domini ancestrali e la violazione dei diritti delle popolazioni tribali. “Noi – ha aggiunto – guardiamo al Papa per portare ‘novità’ e trasformazione in questo sistema globale che perpetua l’avidità, lo sfruttamento e l’oppressione”.
Durante il rito, spiega ancora Misna, è stato offerto sangue di gallo al Magbabaya, il dio tribale della tribù di Mindanao, a significare la loro solidarietà con il Successore di Pietro. L’incenso è stato utilizzato anche per respingere cattivi spiriti che possono provocare danni alle persone e al Papa insieme a noci di betel, calce e una conchiglia di mare, come simboli del cuore e della compassione delle tribù di Mindanao per difendere e tutelare i loro diritti, “la stessa compassione per i poveri che il Papa ha manifestato”.