Pregare Dio e chiedere ogni giorno la grazia di capire e compiere la sua volontà, per “essere parte della famiglia di Gesù”. È l’indicazione che papa Francesco ha offerto stamattina, nell’omelia della Messa di Casa Santa Marta, prendendo spunto dalle Letture odierne.
San Paolo parla della Legge prima della venuta di Cristo, fatta di tori e capri sgozzati, “sacrifici antichi” che non possedevano né la “forza” di “perdonare i peccati” e nemmeno di dare “giustizia”. È per questo, dunque, che Cristo entra nel mondo. Egli, salendo sulla Croce – atto che “una volta per sempre ci ha giustificato”, commenta il Papa -, ha dimostrato quale fosse il “sacrificio” più gradito a Dio. “Egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo” (Eb 10,9), offre la propria volontà per “fare la volontà del Padre”.
Si tratta di un modello di santità a cui dobbiamo noi tutti aspirare. La “obbedienza alla volontà di Dio – afferma il Pontefice – è la strada della santità, del cristiano”. È il contributo che possiamo dare affinché “il piano di Dio venga fatto”, “la salvezza di Dio venga fatta”. Modello, quello di Gesù, che riscatta il peccato compiuto nella Genesi. “Il contrario incominciò in Paradiso, con la non obbedienza di Adamo – ricorda Francesco -. E quella disobbedienza ha portato il male a tutta l’umanità”.
Del resto, aggiunge il Santo Padre, “i peccati sono atti di non obbedire a Dio”, cioè “di non fare la volontà di Dio”. Il nostro bene è invece seguire “questa strada” che ci è insegnata dal Signore. Un insegnamento carico di esempi concreti: quello di Gesù, “nella volontà di obbedire al Padre”, e anche quello di Maria, che ha risposto all’Angelo: “che si faccia quello che tu dici, cioè che si faccia la volontà di Dio”. E “con quel ‘sì’ al Signore – dice il Papa – il Signore ha incominciato il suo percorso fra noi”.
Certo, fare la volontà del Padre “non è facile”, come ripete diverse volte il Vescovo di Roma. Non è stato facile per diversi discepoli, che lasciarono Gesù perché non capivano cosa volesse dire “fare la volontà del Padre”, e non è stato facile per Gesù stesso, tentato nel deserto e anche nell’Orto degli Ulivi. E anche noi, quotidianamente, facciamo esperienza di questa difficoltà. “Ogni giorno ci presentano su un vassoio tante opzioni”, riflette il Papa. Che poi domanda: “E come faccio per fare la volontà di Dio?”.
Da un’altra domanda può nascere la soluzione a questo quesito. Ossia: “Io prego, perché il Signore mi dia la voglia di fare la sua volontà, o cerco i compromessi perché ho paura della volontà di Dio?”. Il Pontefice invita dunque, dopo aver meditato questo interrogativo, a pregare “per voler fare la volontà di Dio” e per “conoscere la volontà di Dio”. E ancora, pregare “per la terza volta” anche per compiere quella volontà, “che non è la mia, è quella di Lui”.
Tre preghiere, legate inscindibilmente l’una con l’altra. Il Papa riassume così la sua indicazione: “Pregare per avere la voglia di seguire la volontà di Dio, pregare per conoscere la volontà di Dio e pregare – una volta conosciuta – per andare avanti con la volontà di Dio”.
Infine, Francesco chiede che il Signore ci dia la grazia affinché “un giorno possa dire di noi quello che ha detto di quel gruppo, di quella folla, che lo seguiva, quelli che erano seduti attorno a Lui: ‘Ecco mia madre e i miei fratelli. Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre’ (Mc 3, 34-35)”. Pertanto, “fare la volontà di Dio ci fa essere parte della famiglia di Gesù, ci fa madre, padre, sorella, fratello”.