È durato 95 minuti l’incontro bilaterale di ieri, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, tra i presidenti americano e russo Barack Obama e Vldimir Putin riguardo ad un intervento dell’Occidente in Siria e alla lotta al sedicente Stato islamico. Trovati numerosi punti d’intesa tra i due capi di Stato – dopo lo scambio di accuse nei rispettivi interventi all’Onu – tra cui l’ipotesi di raid aerei congiunti contro il Califfato.
Entrambi si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria e hanno convenuto che le loro forze armate dovrebbero comunicare al fine di “evitare conflitti militari tra di loro nella regione”. Tra i due rimane tuttavia “un forte disaccordo” – come riferito da fonti della Casa Bianca – sulla funzione del leader siriano Bashar al Assad, che Putin coinvolgerebbe nella transizione politica del paese, ma che per Obama rimane un tiranno che ha massacrato migliaia di civili.
“Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme”, ha poi detto Putin in conferenza stampa, ribadendo tuttavia che i raid aerei in Siria sono illegali perchè manca l’autorizzazione dell’Onu. “Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese”, ha aggiunto il presidente, e ha precisato che la Russia potrebbe partecipare alla campagna aerea anti-Isis “solo se in linea con con il diritto internazionale”. È escluso, invece, un intervento via terra delle truppe russe, nonostante siano già schierate nel paese. La Casa Bianca ha replicato affermando che “se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l’Isis, allora va bene”, ma “se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sarà negativo”.
Intanto dalla Siria giunge il grido del vescovo Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, che giudica “sconsiderate” le scelte dell’Occidente in Siria, giustificate con l’intenzione di colpire le roccaforti del terrorismo jihadista. Commentando l’iniziativa militare unilaterale della Francia, ovvero le incursioni aeree contro le basi dello Stato Islamico dei giorni scorsi, il presule ha affermato all’agenzia Fides che si tratta di “un altro episodio nella serie di azioni e scelte sconsiderate compiute dalle potenze occidentali nel quadro dei conflitti che stanno massacrando i popoli del Medio Oriente”.
“È dall’inizio della guerra – ha aggiunto Abou Khazen – che ci chiediamo cosa davvero muova la Francia nelle sue scelte. Viene da pensare agli interessi economici, ma non so se questo basta a giustificare certe linee-guida così insensate e contraddittorie, come la scelta di sostenere e accreditare i ribelli, unita ai bombardamenti degli ultimi giorni, indirizzati contro quello Stato Islamico che non avrebbe mai assunto tanta forza se non avesse avuto appoggi e finanziamenti da parte dei paesi dell’area, più allineati con l’Occidente”.
Il vicario apostolico di Aleppo ha spiegato inoltre che, negli ultimi giorni, la situazione nella città-martire siriana ha segnato qualche momento di calma: “Qui – ha detto – sono tutti tanto contenti perchè l’acqua arriva e l’elettricità funziona per almeno due ore al giorno, poveretti… Gli altri bombardano, e a morire è questa gente, che ha già perso tutto e non ha più altro da difendere… Parlano tanto di democrazia e di diritti umani: che ci lascino almeno il diritto alla vita”.