Papa Francesco si è recato stamattina ad Assisi, sulla scia del santo che porta il suo nome, visitando i poveri assistiti da vari centri francescani. Dopo la sua visita, il Santo Padre ha celebrato messa di fronte alla basilica di San Francesco dove migliaia di pellegrini dall’Italia e da tutto il mondo, si sono radunati per poter vedere il Papa.
Don Gianluca, parroco a Salerno, è giunto ad Assisi con un gruppo di 50 pellegrini di numerose parrocchie. “Siamo al termine di un cammino di fede”, ha detto. Il sacerdote ha aggiunto che, nonostante l’immensa folla, è rimasto impressionato dall’organizzazione di questo evento di massa e di come è stato gestito il flusso di pellegrini.
“Siamo partiti alle due del mattino per arrivare alle quattro. Le autorità locali ci hanno dato il permesso di fare una fiaccolata da Santa Maria degli Angeli a San Damiano”, ha detto il parroco. Lì, i pellegrini italiani hanno avuto la possibilità di pregare nella Chiesa che contiene il famoso crocifisso di San Damiano, dove San Francesco ricevette la chiamata di Cristo: “Francesco, va’ e ripara la mia Chiesa che sta cadendo a pezzi”.
“Abbiamo pregato per i sacerdoti anziani che sono passati a miglior vita – ha raccontato don Gianluca a ZENIT -. Poi ci siamo spostati sul luogo della Messa. I pellegrini sono molto contenti di aver avuto questa possibilità”.
Il Santo Padre, in molti dei suoi discorsi di oggi, ha parlato a braccio, accantonando i suoi discorsi già preparati. Parlando all’Istituto serafico, il Santo Padre ha parlato con franchezza della necessità che la Chiesa che “si affranchi dalla mondanità”.
Don Gianluca è rimasto colpito in modo particolare dalle parole del Santo Padre nella stanza dove il Poverello di Assisi si spogliò dei suoi abiti ed abbraccio “Madonna Povertà”. “Tutti, cristiani, religiosi, sacerdoti, vescovi, cardinali, il Papa; siamo folli se non siamo poveri. Questo è molto importante”, ha aggiunto don Gianluca.
“Spogliare se stessi, come papa Francesco ha suggerito, significa essere sempre generosi – ha proseguito -. La vocazione alla vita consacrata può essere un modo per essere il più possibile generoso, ovvero, dare completamente la propria vita. Poi vi sono quelli che offrono cura e sostegno, con fedeltà, alle scuole, ai poveri e ai malati delle loro comunità”.
Se da un lato i frutti della visita di papa Francesco matureranno nei prossimi giorni, don Gianluca ha osservato come l’impatto della salita al soglio pontificio di papa Francesco, dopo la sorprendente rinuncia del papa emerito Benedetto XVI, mostri l’azione di Dio al giorno d’oggi.
Taluni dicono che papa Francesco aveva quasi vinto le elezioni durante il conclave che elesse Benedetto XVI – ha detto -. Da parte mia, io credo Dio sappia come far girare le cose per il meglio”.
Se papa Benedetto non fosse stato eletto, non avrebbe adempiuto la vera rivoluzione della Chiesa, mostrando che il Papa è un ministro”.
“Oggi – ha concluso – don Gianluca – prego molto per il papa emerito Benedetto XVI perché, attraverso la sua rinuncia, ci ha permesso di avere tra noi papa Francesco, quindi di essere presenti a questa nuova storia che il Signore sta mettendo in atto”.