Lascia una preziosissima eredità, in Italia e nel mondo, la dottoressa Evelyn Billings, pediatra da poco scomparsa che, assieme al marito John Billings, specialista in neurologia, ha avuto il dono di coniugare in modo splendido l’esperienza di scienza e la testimonianza di vita, mettendo a punto una delle scoperte mediche più rivoluzionarie degli ultimi decenni: il Metodo dell’Ovulazione Billings.
Il nome di Evelyn, “Lyn” per le tante persone che la conoscevano – ed era impossibile, conoscendola, non entrare in relazione quasi familiare con lei che mostrava delicata e non comune attenzione a chiunque le stesse innanzi – è davvero inseparabile da quello di John.
Assieme hanno condiviso gli studi alla Facoltà di Medicina dell’Università di Melbourne, dove si sono conosciuti, precisamente – come entrambi amavano scherzosamente narrare – in sala settoria.
Assieme hanno formato una famiglia, radicata su un profondo amore reciproco e su una forte esperienza di fede che trasparivano al solo vederli, e si sono aperti ad una fecondità straordinaria, misurabile non solo dal grande numero di figli, nipoti e pronipoti, ma anche dai frutti del loro impegno scientifico e umano.
Assieme hanno messo a punto e diffuso nel mondo il Metodo dell’Ovulazione Billings, basato sul riconoscimento della fertilità della coppia attraverso l’auto osservazione del ciclo femminile.
Gli studi che hanno portato all’elaborazione del Metodo, in realtà, erano iniziati nel 1953 ad opera di John Billings il quale, con una metodologia “clinica” basata sull’ascolto e la valutazione dei cicli di numerosissime donne, riuscì a comprendere che il muco cervicale, prodotto dal collo dell’utero in risposta agli ormoni ovarici, rappresenta un vero e proprio “sintomo” di fertilità grazie al quale la donna stessa, con sorprendente precisione e assoluta semplicità, può accorgersi in modo affidabile delle fasi fertili e non fertili del ciclo; la coppia, pertanto, può utilizzare tale conoscenza per attuare una procreazione responsabile, quando desideri aprirsi al concepimento – specialmente nei casi di ridotta fertilità, oggi purtroppo sempre più frequenti – come pure quando ritenga di dover distanziare o evitare una nuova nascita.
Un’idea geniale e, allo stesso tempo, rivoluzionaria per un’epoca storica che vedeva anche la scienza medica piegarsi alla logica contraccettiva dando il via, con il boom della “pillola”, alla messa a punto e alla diffusione di tanti mezzi di manipolazione della fertilità e del processo procreativo. Ben presto le osservazioni fatte dalle donne sui propri cicli ricevettero conferme scientifiche molto qualificate, in particolare dai professori Brown dell’Università di Melbourne (Australia) e Odeblad dell’università di Umëa (Svezia), le cui scoperte e pubblicazioni non facevano che sottolineare l’attendibilità e precisione degli studi sul Metodo. Anche l’esperienza di insegnamento, d’altra parte, apriva inattese prospettive: John Billings si diceva colpito dalla bontà delle coppie cui insegnava e incoraggiato dall’esperienza di crescita che lo stile di vita maturato attraverso la conoscenza, il rispetto e la responsabilità nella procreazione permettevano alla coppia. «C’è una “bontà intrinseca” nel Metodo!»: così amava ripetere Lyn, il cui successivo apporto, peraltro, è stato essenziale, prima di tutto per la messa a punto della didattica del Metodo dell’Ovulazione, resa più semplice grazie alla trasmissione “da donna a donna”, poi per la valorizzazione di quella straordinaria testimonianza di coppia che è stata la forza più vincente nell’insegnamento e nella diffusione del Metodo a persone con diversissime motivazioni: etico-religiose ma anche ecologiche, mediche, psicologiche, umane…
Basterebbe solo il riferimento all’enorme diffusione in Cina, dove peraltro alla conoscenza del Billings è correlato un calo del tasso di abortività, a documentare quanto diversa sia l’espansione di tale Metodo in oltre 100 Paesi di diversa cultura, religione, sviluppo economico…
Proprio in uno dei viaggi in un Paese povero, il Pakistan, avvenne nel 1974 l’incontro dei Billings con Anna Cappella, ginecologa e religiosa Missionaria della Scuola; ne nacque una grande amicizia e un’intensa collaborazione scientifica. In quegli anni in Italia si discuteva del divorzio e dell’aborto, e Anna nel 1976 fu chiamata all’Università Cattolica, su spinta della Conferenza Episcopale, per offrire il suo contributo. 17
Si iniziò così ad insegnare alle coppie e parallelamente a organizzare Congressi nazionali e internazionali, insegnamenti in università, ricerche, incontri, corsi di formazione per operatori qualificati. In Italia, fino ad oggi, sono state formate oltre mille insegnanti del Metodo Billings, figure indispensabili per un corretto apprendimento da parte delle coppie; esistono Scuole di formazione e Centri di riferimento in ogni regione, coordinati dal Centro di Regolazione Naturale della Fertilità dell’Università Cattolica di Roma.
Con John ed Evelyn Billings l’Italia ha avuto il privilegio di godere un rapporto speciale, anche grazie a una loro costante partecipazione a importanti iniziative per le quali, accanto al competente contributo di John, la testimonianza di Lyn, dolce e forte ma ugualmente qualificata, non era meno convincente. Davvero impossibile pensare l’uno senza l’altra questi due scienziati e testimoni, animati da una dedizione incondizionata e dalla profonda convinzione che le condizioni richieste per far funzionare il Metodo sono le stesse necessarie a far funzionare il matrimonio: attenzione e conoscenza, rispetto e generosità, capacità di attesa e superamento dei propri desideri, per crescere in quella capacità di amare che, insita in ogni persona, può rinascere anche dai conflitti e dai problemi di coppia.
John e Lyn non avrebbero potuto fare la loro straordinaria scoperta scientifica senza questa certezza e senza questa infinita fiducia nelle persone: non avrebbero messo a punto un Metodo che si basa esclusivamente sulla capacità della donna, una volta istruita al riguardo, di osservare ed interpretare correttamente l’andamento della propria fertilità; e non avrebbero difeso con forza l’idea che il Metodo va insegnato a tutti, con semplicità, scientificità e amore. Perché ogni donna, “da Eva in poi” – come solevano affermare – è stata creata allo stesso modo. E ogni donna ha diritto di saperlo!
* Centro Studi e Ricerche Regolazione Naturale della Fertilità – Università Cattolica S. Cuore, Roma Presidente WOOMB
Coordinamento Nazionale Metodo Billings Italia
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