“Canterò in eterno le misericordie del Signore”: è il canto, tratto dal Salmo 88, che i cardinali hanno intonato, introducendo le celebrazioni del Conclave.
Come ha spiegato il decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano, durante l’omelia per la messa Pro eligendo Romano Pontifice, le parole del salmista introducono “nella contemplazione di Colui che sempre veglia con amore sulla sua Chiesa, sostenendola nel suo cammino attraverso i secoli e vivificandola con il suo Santo Spirito”.
Il cardinale Sodano – 85enne, quindi non elettore – ha presieduto stamattina la messa nella basilica vaticana, concelebrata da tutti i porporati: i 115 elettori, che nel pomeriggio entreranno nella Cappella Sistina, e i restanti ultraottantenni.
Il ringraziamento a Dio del cardinale Sodano è andato innanzitutto “per il luminoso Pontificato” del dimissionario papa Benedetto XVI: queste parole, sono state tributate da un lungo applauso da parte di cardinali e fedeli tutti. L’ex Segretario di Stato Vaticano ha poi pregato che il Signore, “attraverso la sollecitudine pastorale dei Padri Cardinali, voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Santa Chiesa”.
Le letture della messa pro eligendo Romano Pontefice, ha spiegato Sodano, trasmettono essenzialmente tre messaggi. Il primo è il messaggio dell’amore: un amore che “che si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali”.
Si tratta di una “missione di misericordia” che Cristo affida ai Pastori della sua Chiesa, e che impegna in modo particolare il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa Universale (cfr. Gv 21,15).
“In realtà – ha proseguito Sodano – è quest’amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia”.
La carità, ha aggiunto il porporato, citando il Messaggio per la Quaresima 2013 di Benedetto XVI, non si limita però alla “solidarietà” o al “semplice aiuto umanitario” ma assume la sua forma più alta nell’evangelizzazione, ossia nel “servizio della Parola”.
Il secondo messaggio espresso dalle Letture è il messaggio dell’unità. Nella seconda Lettura, infatti, San Paolo descrive l’unità della Chiesa come una realtà basata su “una diversità di doni, secondo la multiforme grazia di Cristo, ma questa diversità è in funzione dell’edificazione dell’unico corpo di Cristo” (cfr. Ef 4,11-12).
San Paolo, inoltre, ci esorta a “collaborare ad edificare l’unità della Chiesa” ed in particolare a “cooperare con il Successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale”.
Il terzo messaggio, che emerge dalla lettura del Vangelo, è relativo alla missione del Papa. “L’atteggiamento fondamentale di ogni buon Pastore è dunque dare la vita per le sue pecore (cfr. Gv 10,15)”, ha spiegato il cardinale decano. Tanto più alto è l’“ufficio pastorale”, tanto più grande deve essere la “carità del Pastore”.
Venendo alla storia recente, il cardinale Sodano ha ricordato come la carità degli ultimi pontefici si sia concretizzata in “tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale”, con cui hanno saputo promuovere “senza sosta la giustizia e la pace”. Il decano dei cardinali ha quindi pregato “perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale”.
Il servizio della carità “fa parte della natura intima della Chiesa”, ha sottolineato Sodano, citando ancora una volta le parole di Benedetto XVI: “anche il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” (Lettera apostolica in forma di Motu proprio, Intima Ecclesiae natura, 11 novembre 2012).