CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 20 febbraio 2006 (ZENIT.org).- In un’epoca caratterizzata da “nuove forme di povertà”, è necessario “affiancare all’annuncio del Vangelo la testimonianza concreta della carità”, ha affermato Benedetto XVI questo sabato ricevendo in udienza i diaconi permanenti della diocesi di Roma.
La carità, come ha scritto nella sua enciclica “Deus caritas est”, “non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale… ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”.
Incontrando i diaconi nel 25° anniversario del ripristino del diaconato permanente nella diocesi di Roma, il Pontefice ha sottolineato che “in questi anni sono emerse nuove forme di povertà”: “molte persone, infatti, hanno smarrito il senso della vita e non posseggono una verità su cui costruire la propria esistenza; tanti giovani chiedono di incontrare uomini che li sappiano ascoltare e consigliare nelle difficoltà della vita”.
“A fianco della povertà materiale, troviamo anche una povertà spirituale e culturale”, ha aggiunto.
E’ in questa situazione che si inserisce pienamente il ministero dei diaconi, che “con grande generosità” operano in molte comunità parrocchiali di Roma, dedicandosi “in particolare alla pastorale battesimale e a quella familiare”.
“Insegnando il Vangelo di Cristo, che vi è stato consegnato dal Vescovo il giorno della vostra ordinazione, voi aiutate i genitori che chiedono il battesimo per i loro figli ad approfondire il mistero della vita divina che ci è stata donata e quello della Chiesa, la grande famiglia di Dio, mentre ai fidanzati che desiderano celebrare il sacramento del matrimonio annunciate la verità sull’amore umano, spiegando così che il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa”, ha constatato il Papa.
“Molti di voi svolgono un’attività lavorativa negli uffici, negli ospedali e nelle scuole – ha ricordato –: in questi ambienti siete chiamati ad essere servitori della Verità. Annunciando il Vangelo, potrete donare la Parola capace di illuminare e dare significato al lavoro dell’uomo, alla sofferenza degli ammalati, e aiuterete le nuove generazioni a scoprire la bellezza della fede cristiana”.
“Sarete, in tal modo, diaconi della Verità che rende liberi, e condurrete gli abitanti di questa città ad incontrare Gesù Cristo”.
Affinché il ministero dei diaconi “possa realmente testimoniare l’amore di Dio”, il Papa ha ricordato l’importanza della loro “unione con Cristo, da coltivare attraverso la preghiera, la vita sacramentale e in particolare l’adorazione eucaristica”.
Benedetto XVI ha quindi auspicato che, nella “silenziosa e quotidiana testimonianza della carità” e “vivendo e testimoniando l’infinita carità di Dio”, il ministero diaconale “possa essere sempre al servizio dell’edificazione della Chiesa come comunione”.
Una menzione particolare ha meritato il sostegno delle famiglie dei diaconi permanenti.
“Nel vostro lavoro siete sostenuti dall’affetto e dalla preghiera delle vostre famiglie – ha concluso il Pontefice –. La vostra vocazione è una grazia particolare per la vostra vita familiare, che in questo modo è chiamata ad aprirsi sempre più all’accoglienza della volontà del Signore e delle necessità della Chiesa”.