Barack Obama and Vladimir Putin

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Crisi in Siria: lunedì faccia a faccia Obama-Putin a New York

I due presidenti studieranno come contrastare lo Stato Islamico e le possibilità per una soluzione politica alla tragedia siriana 

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Sulla scia del forte e ampio discorso del Papa di oggi nella sede dell’Onu, si terrà lunedì prossimo, a margine della 70° Assemblea generale delle Nazioni Unite, il faccia a faccia tra i presidenti statunitense e russo, Barack Obama e Vladimir Putin, sulla crisi siriana e, in questo contesto, sulla lotta al cosiddetto Stato islamico. La casa Bianca ha riferito che Obama cercherà di capire se e come la presenza militare russa in Siria possa essere utile a contrastare gli uomini del Califfo e se ci siano possibilità per una soluzione politica alla tragedia siriana. 

A giudizio degli analisti, citati da L’Osservatore Romano, questo significa da parte dell’Amministrazione di Washington un’apertura alle proposte di Mosca di unire le forze contro l’Isis in Siria, ma anche un ammorbidimento dell’intransigenza sul presidente Bashar Al Assad. A conferma di ciò le dichiarazioni di ieri del segretario alla Difesa statunitense, Ashton Carter, secondo il quale Stati Uniti e Russia possono trovare “spazi per cooperare” in Siria.

Della questione siriana e dell’emergenza profughi a essa collegata, Obama ha parlato ieri, in una telefonata – riferita sempre dalla Casa Bianca – con il primo ministro britannico, David Cameron, durante la quale è stato ribadito da entrambe le parti l’impegno a indebolire e sconfiggere lo Stato Islamico e a raggiungere una transizione politica per mettere fine al conflitto.

Da parte sua,  in un’intervista all’emittente statunitense Cbs, Putin ha affermato che “non vi è altra soluzione alla crisi siriana che il rafforzamento delle strutture governative legittime, aiutandole nella lotta contro il terrorismo”. “Sono profondamente convinto – ha aggiunto – che ogni azione volta a distruggere il Governo legittimo creerà una situazione che si può vedere già in altri Paesi della regione o in altre regioni, per esempio la Libia, dove tutte le istituzioni statali sono disintegrate”.

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ZENIT Staff

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