120mila richiedenti asilo saranno distribuiti in tutti e 28 i Paesi dell’Unione europea. Questo prevede la risoluzione sui migranti approvata martedì scorso dai ministri degli Interni dell’Ue, riuniti a Bruxelles. Contro il piano si registrano i voti dei rappresentanti di Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia. Astenuto il ministro finlandese.
Robert Fico, premier slovacco, ha dichiarato: “Fino a quando sarò primo ministro, le quote obbligatorie non saranno applicate sul territorio slovacco”. A fargli eco, il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman: “Solo il futuro mostrerà quanto questo (documento) sia un errore”.
Secondo questo documento, i Paesi europei non potranno rifiutarsi di accogliere i migranti assegnati, ma potranno chiedere una dilazione per allestire al meglio le strutture per un 30% della quota, che sarà assegnata in base a livello economico e numero di richieste di asilo ricevute finora da ogni Paese. La multa per i trasgressori è lo 0,002% del Pil. Gli Stati riceveranno 6mila euro per ogni migrante accolto. I migranti da ricollocare sono quelli approdati sulle coste italiane e greche negli ultimi mesi, provenienti da Asia e Africa.
Critico il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker: “120mila rifugiati? Siamo ridicoli data la grandezza del problema. Mi chiedo se i libanesi o i giordani capiscano quello di cui stiamo parlando. Il bilancio dell’Unione europea deve reagire alla crisi dei migranti. Abbiamo bisogno di maggiori risorse dove c’è necessità, ad esempio per Frontex”. Libano e Giordania accolgono numeri enormi di profughi provenienti da zone limitrofe. Nel Paese dei Cedri, dove ormai una persona su due è un rifugiato, la situazione dei campi di accoglienza è al collasso, come denunciato più volte da operatori umanitari impegnati sul posto.