A boat carrying migrants trying to reach Europe

Foto © Guardia di Finanza - Ufficio Centrale Relazioni con il Pubblico

Migranti: nuova tragedia al largo della Libia

A causa di due naufragi si temono oltre 200 morti. Ucciso un uomo per costringere i migranti a salire su gommoni fatiscenti. Oltre 4mila le vite perse nel Meditarraneo da inizio anno

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Sono almeno 239 le persone che risultano disperse dopo il naufragio di due barconi al largo delle coste libiche, tra cui sei bambini. Lo riferisce Carlotta Sami, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), confermando la notizia diffusa da due sopravvissuti che ora si trovano a Lampedusa.
I 278 persone, divisi nei due gommoni, erano partiti giorni fa dal porto di Tripoli. Sul primo gommone c’erano 138 persone e nel naufragio si sono salvate solo due donne. Una delle due superstiti ha raccontato che è riuscita a salvarsi soltanto grazie a un cadavere galleggiante che le ha permesso di aggrapparsi e di non annegare. L’altra superstite, una liberiana ventenne, nel naufragio ha perso il figlio di appena due anni. Sul secondo gommone c’erano 140 migranti, e si sono salvati in 27.

Intervistato da TV2000, Pietro Bartolo, medico del Poliambulatorio di Lampedusa, protagonista del film ‘Fuocoammare’, ha dichiarato: “I racconti dei 29 superstiti sono raccapriccianti. Hanno raccontato che per la farli salire su questi due gommoni fatiscenti hanno sparato ad un uomo uccidendolo. I migranti si erano accorti che i gommoni erano fatiscenti e il mare non era nelle condizioni per una navigazione tranquilla. Nonostante questo li hanno fatti partire e dopo poche miglia è successa la tragedia”.
“In un gommone – ha aggiunto il medico – erano presenti sicuramente tre bambini, di cui uno era la figlia di una signora superstite. Ci ha fatto vedere la foto della figlia, era una mamma davvero inconsolabile. Abbiamo cercato di confortarla ma una mamma che perde una bambina non è facile da consolare. Dobbiamo pensare che sono persone con i nostri stessi sentimenti, non sono alieni”.
“La priorità ora – ha sottolineato Bartolo – è evitare nuove stragi. Sono veramente amareggiato, sopportare queste tragedie è un dramma e uno strazio insopportabile. Si parla sempre d’emergenza ma è diventata la quotidianità. Vogliamo che si metta fine alle morti. Nel Mediterraneo ci sono decine di navi, un lavoro lodevole ma evidentemente non è la strada giusta perché la gente continua a morire. Malgrado tutti gli sforzi tra Frontex, Triton e Mare Nostrum sono morte 250 persone. Bisogna cambiare pagina e strategia e andare a prendere questa gente in terra africana. Ora spetta alla politica europea mettere fine a tutto questo”.
Stando a quanto dichiarato da Leonard Doyle, portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), sono almeno “4.220 le vite perse nel Meditarraneo dall’inizio dell’anno”. Intanto, il centro d’accoglienza di Lampedusa è al collasso: ci sono circa 700 ospiti ma la capienza massima è della metà.
 

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ZENIT Staff

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