Pope Francis (L) looks on during a mass at Revolution Square in the city of Holguin

ANSA

“A Cuba ancora restrizioni ma speriamo nella visita del Papa”

Parla il responsabile di Aiuto alla Chiesa che Soffre nell’isola caraibica

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“Speriamo che la visita di papa Francesco possa dare nuovo impulso allo sviluppo della Chiesa cubana. Perché nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, la situazione della Chiesa nell’isola non è priva di difficoltà”.

È l’auspicio di Ulrich Kny, responsabile dei progetti di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Cuba, in questi giorni nel paese caraibico per accompagnare il Papa durante il suo viaggio.

“Nell’isola vigono ancora pesanti restrizioni, ed è praticamente impossibile costruire nuove chiese”, nota Kny, fiducioso che alla visita apostolica di Bergoglio possano seguire i progressi registrati dopo il viaggio di Giovanni Paolo II, quando il governo rimosse molti divieti all’espressione in pubblico della religione, incusa la celebrazione della messa.

“Anche la visita di Benedetto XVI nel 2012 ha portato frutti significativi, come il terreno donato da Raul Castro alla Chiesa locale”. Su quel terreno – nel sobborgo di Reparto Bahia a L’Havana – sta sorgendo una chiesa intitolata a san Giovanni Paolo II, alla cui costruzione Aiuto alla Chiesa che Soffre ha contribuito con oltre 45mila euro. La fondazione è inoltre impegnata nella ricostruzione di molte delle 60 proprietà confiscate dal regime e recentemente restituite dal governo di Raul Castro. Tra queste la Chiesa di San Tomas de Villanueva, confiscata nel 1961 e da allora in completo stato di abbandono. Fino a non molto tempo fa la chiesa è stata perfino utilizzata come latrina dai passanti.

Attiva a Cuba sin dal 1962, ACS ha contribuito in modo determinante a rafforzare la presenza della Chiesa locale attraverso le intenzioni di Sante Messe per i sacerdoti e la donazione di numerosi veicoli per la pastorale. Grande peso è stato dato inoltre alle pubblicazioni di testi religiosi – Bibbia del fanciullo, Youcat, catechismo – essenziali per strutturare la fede dei cubani. “Cinquantacinque anni di comunismo – afferma Kny – hanno lasciato il segno. E nonostante il 60% degli abitanti di Cuba sia composto da cattolici, soltanto il 2% assiste regolarmente alla messa”.

In occasione di ogni viaggio apostolico, ACS ha inoltre aiutato la Chiesa locale e i fedeli cubani a beneficiare quanto più possibile di queste importanti opportunità. Nel 1998, dopo la visita di Giovanni Paolo II, la fondazione ha finanziato la stampa di 25mila copie dei discorsi pronunciati dal Papa polacco sull’isola, un milione di poster del Sacro Cuore e 600mila calendari liturgici affinché i cubani potessero conoscere la ricorrenza delle festività cattoliche. In preparazione del viaggio di Benedetto XVI nell’isola, ACS ha invece donato ai cubani 250mila coroncine del rosario con l’immagine della Virgen de la Caridad.

Anche stavolta ACS ha offerto il suo contributo, aiutando la diocesi di Holguin ad allestire il palco e l’altare dove oggi il Papa celebra la messa. A Santiago, invece, ACS ha sostenuto il rinnovamento della Casa del Clero Retirado e della Casa per ritiri spirituali San Basilio Magno, dove Francesco e il suo entourage trascorreranno questa notte.

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ZENIT Staff

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