A boat carrying migrants trying to reach Europe

Foto © Guardia di Finanza - Ufficio Centrale Relazioni con il Pubblico

Migranti: doppia tragedia nell'Egeo. Tra le vittime anche bambini

Mentre non accenna a placarsi il flusso di profughi in fuga verso l’Europa, gli Stati Uniti annunciano di essere pronti ad accogliere 85mila migranti nel 2016 e 100mila nel 2017

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Dopo il dramma del piccolo Aylan è di nuovo una bambina di circa 5-6 anni a restituire lo sdegno per le tragedie del mare. Il corpicino della bimba è stato restituito ieri dalle onde al largo dell’isola di Lesbo, ritrovato poi dalla Guardia Costiera greca. Al contrario di altri bambini che in questi giorni hanno subito la stessa sorte, la piccola rischia di restare senza nome, perché non è stato possibile accertare in quale naufragio tra Turchia e Grecia abbia perso la vita. 

Nelle acque dell’Egeo orientale si sono consumate infatti altre due stragi nella stessa giornata. La prima è costata la vita a 13 persone, compresi 4 bambini, annegati dopo un incidente tra un traghetto turco e un barcone carico di profughi al largo di Canakkale, città portuale occidentale turca. Un’altra imbarcazione con 46 persone a bordo si è rovesciata invece al largo di Lesbo durante la notte. 20 dei suoi occupanti sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera greca, ma gli altri 26 risultano dispersi in mare.

Ma la situazione dei migranti è tragica anche in terra. Non si placa infatti il flusso di profughi in fuga verso l’Europa neanche nel Canale di Sicilia, dove gli equipaggi impegnati nell’operazione Frontex hanno soccorso oltre 4500 profughi di diverse nazionalità. Sul fronte balcanico, a Tovarnik, al confine serbo – dove l’esercito di Zagabria ha allestito tende per 5mila persone – centinaia di immigrati si sono accalcati nei pochi treni disponibili diretti al confine ungherese, provocando una rissa con le forze dell’ordine. 

Sono invece circa 2mila i profughi che hanno attraversato la frontiera tra Serbia e Croazia nelle ultime 12 ore. La direzione è sempre la Germania. Dati della polizia confermano che, da mercoledì scorso, in Croazia sono entrati più di 21mila rifugiati. Da parte sua l’Ungheria ha rimosso ieri i blocchi dal valico di Horgos 1 lungo l’autostrada tra Belgrado e Budapest, lasciando tuttavia chiuso quello di Horgos 2. Anche la Romania – riferisce L’Osservatore Romano – non ancora coinvolta dal fiume umano, ha mobilitato i militari e realizzato due centri temporanei di accoglienza ipotizzando “il caso di emergenza”. 

L’Italia, invece, continua a vedere un flusso continuo verso le sue coste: oltre 2mila persone soccorse nelle ultime ore tra la Libia e il canale di Sicilia sono sbarcate a Crotone, Reggio Calabria, Porto Empedocle. Altri 272 migranti sono invece stati soccorsi dalla Guardia Costiera libica e riportati indietro. Si attendono decisioni europee che sblocchino questa situazione. Intanto gli Stati Uniti si dicono pronti ad accogliere 100mila profughi nel 2017, per lo più siriani, oltre agli 85mila previsti per il 2016.  

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ZENIT Staff

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