Venerdì sera la visita notturna alle Sette Chiese

Un’antica tradizione medievale romana, ripresa da san Filippo Neri, continua oggi con padre Maurizio Botta

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La Visita alle Sette Chiese è un pellegrinaggio notturno (non è l’unico a Roma) che quest’anno si svolgerà nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 settembre, partendo dalla chiesa di Santa Maria in Vallicella alle 19.30 del venerdì e si concluderà davanti a Santa Maria Maggiore tra le 7 e le 8 di sabato mattina.

Il percorso si snoda per 25 chilometri, toccando le sette basiliche giubilari; è al tempo stesso un viaggio dentro se stessi, una camminata per le vie di Roma e un’opportunità di dialogo profondo con il Signore, scandito dalle meditazioni di padre Maurizio Botta, viceparroco di Santa Maria in Vallicella, e dalla preghiera, durante tutto il percorso, che segue lo schema delle antiche orazioni composte da san Filippo Neri.

La tradizione della Visita alla Sette Chiese risale al 1551, quando padre Filippo Neri, fiorentino, arriva a Roma nel mese di maggio. Filippo e i suoi (quei primi che diventeranno il nucleo della Congregazione dell’Oratorio) si ritrovavano in chiesa e poi uscivano per una passeggiata.

“Le chiamavano familiarmente visite – si legge sul sito – proprio come andare a far visita alla casa di un amico, con l’unica differenza che le ‘case’ visitate erano i luoghi cari alla memoria cristiana di Roma. Ai pellegrini si raccomandano scarpe comode, una felpa, un ombrello, una torcia, la cena al sacco e un rosario. E si suggerisce anche di confessarsi prima o dopo il pellegrinaggio, anche al fine di guadagnare l’indulgenza plenaria, e di arrivare a Santa Maria in Vallicella mezz’ora prima per partecipare alla messa feriale.

Ogni anno sono centinaia i giovani che partecipano alla Visita, suddivisi in dodici gruppi, affidati ad altrettanti giovani volontari, che fanno da punto di riferimento lungo il percorso.

«Se lo consiglio? Sicuramente sì», dice Maria Chiara, che ha partecipato alla Visita l’anno scorso con il marito. «Mi ha aiutato vedere tanti giovani pronti a partire, ognuno con una motivazione diversa, chi aveva una grazia da chiedere, chi voleva pregare, chi voleva provare un’esperienza diversa. Lungo il percorso ci sono momenti particolari che contribuiscono a creare comunione tra le persone, sebbene si tratti di sconosciuti e quasi non senti la fatica e la stanchezza. Perché comunque camminare tutta la notte è una fatica, una prova che ti costringe almeno un poco a uscire da te stesso».

Mariangela ha già fatto due volte la Visita alle Sette Chiese e se quest’anno mancherà all’appuntamento, è solo perché è in dolce attesa della sua primogenita. «Un viaggio non consiste sempre nello scegliere una meta lontana, preparare delle valige e approdare in nuova terra», ha scritto oggi. «Può essere semplicemente, una disposizione interiore che ci rende pronti a cogliere ed accogliere quello che normalmente il quotidiano offusca attraverso un velo. Ed è così che un viaggio può essere fatto nella stessa città che calpestiamo ogni giorno, svelandoci angoli nascosti nel silenzio della notte. La visita alle Sette Chiese è uno di questi percorsi, in scorci pittoreschi della Capitale, alla scoperta di quel silenzio e delle tenebre che pian piano da San Pietro raggiungono lungo il Tevere San Paolo e poi San Sebastiano attraverso la via delle Catacombe e il risvegliarsi di una metropoli con le prime luci a San Lorenzo in Verano e Santa Maria Maggiore. Scoprire quello che di giorno non potresti vedere è una delle motivazioni che mi hanno spinto la prima volta a intraprendere con mio marito questa avventura. Ma proprio durante l’avventura ti ritrovi avvolto da qualcosa di più. Non è semplicemente una camminata un po’ più lunga, no a un certo punto la fatica la senti, il sonno vuole prendere il sopravvento ma è là che comprendi quanto questo viaggio non è più solo fisico ma anche spirituale. La preghiera del rosario durante il cammino, le catechesi davanti ad ogni Basilica, la camminata attraverso le catacombe, il bello della nostra Storia e della tradizione ti spingono ad andare avanti a superare te stesso. Per questo motivo, lo scorso anno abbiamo ripetuto il percorso. Il vivere questo viaggio con tutti i sensi e in modo completo ti fa sentire più uomo ma anche più vicino all’eterno».

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Per info: www.vallicella.org/giro-visita-sette-chiese/

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ZENIT Staff

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