È ormai guerra aperta tra il ministro dell’Educazione, Stefania Giannini, e le associazioni familiari contrarie alla teoria del gender. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la circolare inviata stamattina ai presidi, in cui il ministro ribadisce che nel ddl “Buona scuola” non è previsto l’insegnamento del gender.
Al tempo stesso, però, intervenendo al programma Melog – Cronache quotidiane su Radio 24, la Giannini definisce una “mistificazione inaccettabile” la diffusione di informazioni di segno opposto, ovvero l’effettivo sdoganamento della controversa dottrina e afferma la “responsabilità irrinunciabile a passare alle vie legali” contro chiunque ancora contesti i contenuti del ddl in merito al gender.
Il ministro auspica anche un “ravvedimento” tra quei cattolici che, a suo avviso, starebbero diffondendo allarmismo in merito al comma 16 della legge che “introduce la cultura della non discriminazione etnica, razziale, religiosa; della tolleranza, della sensibilità e dell'accoglienza, che la scuola nella storia ha sempre introdotto in varie forme”.
Si tratta, ha proseguito la Giannini, di “un principio sacrosanto che non ha nulla a che fare con la teoria del gender”, ma “con criteri di sensibilizzazione alle pari opportunità, all'educazione alla parità tra i sessi. Va in direzione opposta - ha aggiunto - all'annullamento della distinzione tra uomo e donna, che è in natura e cultura. Fa riferimento a principi di sensibilizzazione nei ragazzi alla prevenzione alla violenza di genere e ai reati e attacchi dettati dall’omofobia”.
Secondo il ministro “chi parla di teoria del gender in relazione al progetto educativo sulla scuola del Governo Renzi compie una truffa culturale”, quindi l’esecutivo si tutelerà con gli “strumenti adeguati”, per responsabilità verso i quasi 9 milioni di studenti italiani e le loro famiglie.
Non è tardata la risposta da parte della Manif Pour Tous Italia: “Per restare liberi di educare i nostri figli, quest’anno ogni scuola sarà una trincea”, ha dichiarato in un comunicato Filippo Savarese, portavoce dell’associazione pro-family.
Secondo Savarese, le affermazioni del ministro Giannini sono “minacce di una gravità inaudita” da parte del Governo nei confronti dei “cittadini che criticano le sue leggi”, con l’“accusa di psicosi collettiva” nei confronti del “milione di persone sceso in piazza a Roma il 20 giugno”.
“La riforma della scuola rinforza la presenza di attività ideologiche sull’identità di genere nei Piani di Offerta Formativa”, ha proseguito Savarese, annunciando poi la messa in cantiere di “una rete nazionale anti-gender che collegherà tutto il territorio, coinvolgendo migliaia di famiglie”.
“Saremo pronti a difendere i nostri diritti in tutti i Tribunali d’Italia e di nuovo in piazza se sarà necessario, come sembra essere”, conclude poi il portavoce della Manif Pour Tous Italia.