La Madre della Chiesa ai piedi della croce

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 19,25-27

Share this Entry

Lettura

Il Vangelo di Giovanni riporta le parole di Gesù rivolte dall’alto della Croce a Maria sua madre e al discepolo amato. Rappresentano il culmine della rivelazione che si compie nella morte di Cristo. La madre di Gesù diventa madre del discepolo, che a sua volta si dispone ad accoglierla nella sua vita. La fine coincide con l’inizio di una nuova storia, la morte con una nuova vita. Si realizza la parola di Gesù: il chicco di grano, che cade a terra e muore, produce molto frutto.

Meditazione

Questa scena evangelica, brevissima e intensa, descritta dall’evangelista Giovanni, ci invita a contemplare in germe il mistero della Chiesa che nasce dalla Croce. L’episodio narrato suscita di per sé sentimenti di pietà e commiserazione: una madre dinanzi al figlio morente, umiliato e straziato, rappresenta, infatti, la punta più alta della sofferenza umana, assurda e insopportabile. La luce della fede consente tuttavia di leggere il fatto in una nuova ottica, ancora più profonda e fruttuosa. Il dolore del Crocifisso è talmente trasfigurato dal suo amore per il Padre che diviene per i fratelli dono inimmaginabile e straordinariamente fecondo. Gesù non vede solo la Madre o il discepolo, ma l’uno accanto all’altra. Il suo atto estremo di donazione al Padre, amando il mondo “fino alla fine”, vince ogni solitudine, annulla le distanze, supera quelle divisioni che ci rendono estranei gli uni agli altri. Nasce così la fraternità, proprio lì dove gli uomini hanno tentato di eliminare chi la vive nella sua carne. Ed è affidata, nei suoi primissimi passi, ai due più vicini, non solo perché ai piedi del supplizio mortale, ma soprattutto perché, pronti ad aprire una nuova pagina della storia, si lasciano guidare da una fede che continua a sperare contro ogni speranza. Il discepolo, amato da Gesù e perciò disposto ad amare, si riconosce figlio in una relazione che lo fa crescere nella fede e nella comunione fraterna. Maria, “donna” tenera e forte, accetta di diventare madre nostra per sostenere ogni discepolo nel cammino della vita e così favorire la nostra apertura al dono di un’accoglienza generosa, senza limiti e oltre ogni confine.

Preghiera

«Vergine e Madre Maria, tu che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice. Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte» (Evangeli gaudium, Papa Francesco).

Agire

Dedicherò oggi una parte del mio tempo per far visita a una persona ammalata o sola, che non vedo da molto o che ho anch’io dimenticato.

Meditazione del giorno a cura di mons. Francesco Alfano, ar​civescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione