Mons. Becciu al nuovo pastore di Ozieri: "Accogli i profughi. Sii vescovo di tutti e per tutti"

Il sostituto della Segreteria di Stato ha celebrato ieri l’ordinazione di mons. Corrado Melis, alla presenza di circa cinquemila fedeli

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È stata presieduta dall’arcivescovo Angelo Becciu la cerimonia per l’ordinazione episcopale di mons. Corrado Melis, nuovo vescovo di Ozieri. Alla funzione – informa L’Osservatore Romano – erano presenti oltre cinquemila fedeli che hanno dato vita a una vera festa di popolo, vissuta con compostezza e in spirito di preghiera. All’episcopato sardo al completo si sono uniti anche il nunzio apostolico in Malta e Libia, l’arcivescovo di Libreville, in Gabon, l’abate del monastero benedettino di San Pietro in Sorres e 170 sacerdoti.
 
Al neo vescovo il sostituto della Segreteria di Stato ha già affidato un impegno preciso da assolvere “per dare pronta risposta all’appello del Papa: accogliere i profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame”.  “Le immagini e le notizie di queste settimane sull’esodo di migliaia di fratelli disperati che bussano alle nostre porte ci interpellano” ha detto Becciu, rilanciando “le accorate parole di Papa Francesco che invitava le parrocchie e le comunità religiose” all’accoglienza. “Sono certo – ha poi aggiunto – che tu, caro don Corrado, insieme agli altri vescovi, ti farai scrupolo di dare pronta risposta all’appello del Santo Padre così che la Sardegna tutta sia in prima linea nel custodire e promuovere quei valori che da sempre sono stati la gloria e la fierezza delle nostre genti: la fede, la condivisione, l’ospitalità e l’accoglienza”.
 
Per il nuovo presule “dietro il mandato canonico c’è il mandato di Cristo stesso, come dietro il mandato di Cristo c’è quello del Padre”, ha ricordato poi l’arcivescovo. Di più, “per accedere all’episcopato occorre saper rispondere alla domanda di Gesù: ‘Ma tu chi dici che io sia?’. E il Vangelo ci ricorda anche che non basta confessare Cristo, occorre seguirlo fin sulla croce”. Infatti, ha rimarcato, “l’episcopato non è un titolo di prestigio e di gloria, uno status sociale che implica onori, ma la testimonianza — martyrium come si dice in latino — di un Dio che muore in croce per la salvezza del mondo”. In altre parole, “il vescovo è dalla parte di Gesù scartato, di quelli che secondo i benpensanti sono da scartare”.
 
Rivolgendosi ancora a monsignor Melis, Becciu ha quindi raccomandato: “Sii davvero vescovo di tutti e per tutti. Come sarebbe bello se nessuno ti sentisse lontano, estraneo, ostile! Abbi uno sguardo amico e riconoscente verso chi ti ha preceduto nel governo di questa diocesi. Cura in particolare di vivere una comunione cordiale con i sacerdoti, tuoi primi collaboratori, così da rendere insieme ragione della fede che è in voi, a gloria di Dio Padre”. “In questo orizzonte – ha proseguito – c’è poi da onorare una predilezione che ha segnato in profondità il cuore di Cristo e la sua missione evangelizzatrice: è la predilezione per i poveri, i miseri, coloro che hanno il cuore spezzato, gli schiavi, i prigionieri, gli afflitti”. Proprio per costoro, ha concluso, “oggi l’annuncio della salvezza diventa uno sguardo di misericordia, un volto amico, un cuore che sa accogliere e comprendere, una parola, un sorriso che sa ridare gioia”.
 

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ZENIT Staff

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