Dietro a Cristo, sulla via della croce

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 8,27-35

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Lettura

La domanda posta da Gesù ai discepoli a Cesarea di Filippo rappresenta un momento centrale nel Vangelo di Marco. Essi, da tempo oramai con Lui, possono rispondere alla questione sulla sua identità forti dell’esperienza fatta. Ma per riconoscerlo fino in fondo come il Messia atteso occorre seguirlo sulla via della croce, non come Pietro che vorrebbe distoglierlo. Portare la propria croce dietro a Gesù è condizione indispensabile per professare la fede in Cristo e trovare nel Vangelo la gioia della vita.

Meditazione

I discepoli condividono tutto con Gesù, da quando hanno lasciato ogni cosa per seguirlo. La sua parola ha svelato loro il mistero del Regno, che in Lui si è fatto vicino. I suoi gesti hanno mostrato un agire profetico, con un’autorità assolutamente unica. Ora sono in grado di fermarsi davanti alla sua persona e di dichiarare quanto hanno intuito. Pietro, a nome di tutto il gruppo, afferma chiaramente che Gesù è il Cristo. La sua professione di fede è perfetta, come quella che facciamo noi soprattutto nella liturgia domenicale. Ma non basta. Anzi, potrebbe nascondere un terribile equivoco, ieri come oggi. Perciò Gesù impone il silenzio. Solo seguendolo sulla via della croce, infatti, si arriva a comprendere come Egli compie la sua missione. Il suo non è un potere legato alla forza o alla supremazia. Non si pone al di sopra degli altri, per umiliarli e tenerli sottomessi. Non cerca di accrescere la sua gloria e il suo prestigio, in concorrenza con altri poteri mondani. Cristo è venuto per farsi uno con i piccoli, i poveri, i deboli. Egli condivide tutta la nostra miseria, prende su di sé ogni ingiustizia che calpesta la dignità umana, diventa veramente ultimo degli ultimi. E chiede ai suoi discepoli di non ostacolarlo in questo abbassamento, ma di andare dietro a Lui con la forza della fede e il coraggio di un amore senza limiti. Si tratta di una scelta per nulla facile, che non garantisce successo facile o risultati immediati. Ma non c’è altro modo per entrare nella vita e custodirla, nella certezza che nessuno potrà mai più rubarcela. Dunque, il discepolo, che porta la croce dietro a Gesù, anche se deve rinunciare a se stesso, collabora alla salvezza del mondo.

Preghiera

Signore Gesù, noi riconosciamo che tu sei il Cristo, il Salvatore del mondo. Tu sei la nostra gioia, la forza che ci consente di amare gli altri più di noi stessi. Tu sei la speranza dell’umanità, il pane per il cammino del Popolo verso Dio, la luce che ci fa vedere in ogni volto quello del fratello da accogliere e servire. Tu sei tutto per noi. E noi ti seguiremo, portando la croce con te.

Agire

Oggi a Messa starò più attento durante la recita del Credo e chiederò a Gesù di non tirarmi indietro davanti a qualche situazione difficile, per amare come ama Lui.

Meditazione del giorno a cura di mons. Francesco Alfano, ar​civescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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