Gran Bretagna: nuovo no all'eutanasia

La Camera dei Comuni si è espressa contro una proposta di legge che avrebbe “aiutato” i malati terminali a morire

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La legge sulla “morte assistita” non è passata nemmeno stavolta. In Gran Bretagna, nel primo pomeriggio di oggi, 11 settembre, i deputati della Camera dei Comuni sono tornati ad esprimersi su un testo, firmato dal laburista Rob Marris, che avrebbe consentito ai medici – dopo una verifica da parte di altri due medici e della Corte suprema – di aiutare a morire ove richiesto, somministrando farmaci letali, i pazienti in stato terminale inferiore ai sei mesi. I voti contrari sono stati 330, contro i 118 a favore.

È dal 1997 che i sostenitori dell’eutanasia tentano di introdurre nella legislazione britannica questo tipo di norma. Nuovi tentativi furono portati avanti nel 2006 da lord Joffe e per due volte, nel 2009 e nel 2014, da lord Falconer.

Nei giorni scorsi, il dibattito era tornato a farsi acceso sul tema. Giovedì mattina centinaia di cittadini si erano radunati davanti al Parlamento per chiedere ai deputati di proteggere la vita. Un appello in tal senso è giunto anche dal card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, il quale aveva precisato che “il dibattito in Parlamento e quello pubblico non sono condizionati da alcuna dichiarazione determinata solamente da una credenza religiosa; invece le persone sono condizionate dalla profondità del senso dell’umanità che cerchiamo di esprimere e di acquisire”. Il porporato aveva avvertito i parlamentari: Votare a favore sarebbe stato “l’inizio di un’ulteriore banalizzazione della vita umana”.

Parere contrario alla proposta di Rob Marris è anche quello del premier britannico David Cameron. “Non voglio vedere – ha detto ai cronisti durante una visita alla città di Leeds – un’espansione dell’eutanasia nel nostro Paese, penso che ci siano dei pericoli e per questo io non sostengo” questa legge. Cameron che quest’oggi non era presente al dibattito in Parlamento, tuttavia un suo portavoce ha riferito in Aula che “il primo ministro ha già espresso il suo punto di vista”.

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ZENIT Staff

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