Fenomeni come “i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e l’aumento degli eventi meteorologici estremi” indicano che il clima è “un bene comune” che tuttavia subisce gravi minacce. Sulla scia di quanto messo nero su bianco nell’Enciclica Laudato Si’, papa Francesco è tornato a parlare delle urgenze derivanti dalla crisi ambientale.
Lo ha fatto nel suo intervento al termine del 21esimo Meeting internazionale promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile sul tema Giustizia ambientale e cambiamenti climatici. Titolo del Meeting che Francesco apprezza, giacché “sono i più poveri” a patire “con maggiore durezza” le implicazioni sociali dei cambiamenti climatici. Per questo – ha affermato – “la questione del clima è una questione di giustizia; e anche di solidarietà, che dalla giustizia non va mai separata”. Secondo il Papa “è in gioco la dignità di ognuno, come popoli, come comunità, come uomini e donne”.
Francesco rileva che questi temi sono “oggetto di grande attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica” e di “accesi dibattiti scientifici e politici, da cui è andato emergendo un consenso diffuso, anche non unanime”. Egli ricorda che “la scienza e la tecnologia mettono nelle nostre mani un potere senza precedenti”, che “è nostro dovere, verso l’umanità intera e in particolare verso i più poveri e le generazioni future, utilizzarlo per il bene comune”.
Un compito che incontra tante difficoltà, ma secondo il Pontefice “abbiamo ragioni sufficienti per alimentare la speranza di riuscire a farlo”. E “nell’adempiere questo impegno”, Francesco augura a tutti di “sperimentare il gusto di partecipare ad azioni che trasmettono vita”, in quanto “la gioia del Vangelo dimora anche qui”.
Azioni che ognuno di noi può compiere personalmente, “nella misura che gli compete in base al ruolo che occupa nella famiglia, nel mondo del lavoro, dell’economia e della ricerca, nella società civile e nelle istituzioni”. A tal proposito, papa Bergoglio ricorda che non esistono “improbabili ricette” da sfoderare, bensì il proprio contributo lo si può dare “offrendo quanto si ha capito” al dialogo e “accettando che il proprio apporto sia messo in discussione”. Del resto – ha aggiunto – “a tutti è richiesto un contributo in vista di un risultato che non può essere che frutto di un lavoro comune”.
Il Vescovo di Roma osserva che il Meeting della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile “rappresenta un esempio della pratica di questo dialogo”, che nell’Enciclica Laudato Si’ egli ha proposto “come unica via per affrontare i problemi del nostro mondo e cercare soluzioni davvero efficaci”. La partecipazione di esponenti di “mondi diversi” è un dato gradito al Santo Padre, che ha rilevato la presenza di membri della “religione e la politica, l’attività economica e la ricerca scientifica in molteplici settori, le organizzazioni internazionali e quelle impegnate nella lotta alla povertà”.
Al dialogo – la riflessione del Papa – devono essere incluse “tutte le parti in causa, anche quelle che più facilmente restano ai margini dei processi istituzionali”. Di qui il “pressante” invito a “compiere ogni sforzo perché ai tavoli in cui si cerca il modo per risolvere l’unica e complessa crisi socio-ambientale possano far udire la propria voce i più poveri, tra i Paesi e tra gli esseri umani: è anche questo un dovere di giustizia ambientale”.
In vista degli appuntamenti che nei prossimi mesi affronteranno i temi ambientali (approvazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile da parte delle Nazioni Unite a fine settembre e la Cop21 di Parigi a inizio dicembre), il Papa ha proposto che “questo dialogo diventi un’autentica alleanza per arrivare ad accordi ambientali globali realmente significativi ed efficaci”.
Francesco ha assicurato ai presenti che “in questo percorso” non mancherà il suo sostegno personale e quello di tutta la Chiesa, a partire da quello, definito “indispensabile”, della preghiera. Pertanto ha proseguito: “Fin da ora offro al Signore il nostro comune sforzo, chiedendogli di benedirlo perché l’umanità sappia finalmente dare ascolto al grido della terra, nostra madre e sorella, e dei più poveri tra coloro che la abitano, e prendersene cura”. E ha concluso: “Oggi la nostra madre terra è fra i tanti esclusi che gridano al cielo per l’aiuto. La nostra madre terra è una esclusa”. Soltanto ascoltando questo grido “la creazione si avvicinerà sempre di più alla casa comune che l’unico Padre ha immaginato come dono per la famiglia universale delle sue creature”.
Al termine dell’intervento, il Santo Padre ha ricevuto in dono dall’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, Francesco Caio, presente al Meeting, una bicicletta “da postino”. Di colore giallo e dotata di due borse laterali, la bicicletta essendo elettrica assume un valore significativo, visto il tema del dibattito.