Dopo diverse notti passate dietro le sbarre, Kim Davis, funzionaria della contea di Rowan, nel Kentucky, ha ottenuto la scarcerazione. Il suo caso ha avuto risonanza internazionale. La donna, nonostante una recente sentenza della Corte Suprema Usa abbia imposto a tutti gli Stati Uniti di legalizzare il matrimonio omosessuale, si è rifiutata di concedere licenze matrimoniali a coppie dello stesso sesso adducendo motivi religiosi. Denunciata per questo dalle coppie, ha mantenuto ferma la sua linea finanche affrontando la pena – ritenuta sproporzionata da numerosi americani – del carcere.
La Davis, che è diventata Oltreoceano un’icona dell’obiezione di coscienza dinanzi alle ‘nozze gay’, ha ottenuto alla fine un’importante vittoria. Il giudice federale che ha disposto la scarcerazione, infatti, ha preteso dai responsabili dell’ufficio incaricato una dichiarazione sotto giuramento che il compito di rilasciare documenti verrà affidato ad altre persone. La carica della Davis è elettiva e non può essere licenziata, di qui l’esonero stabilito dal giudice dal rilascio di licenze matrimoniali.
Il risultato ottenuto rappresenta però una concessione particolare, che difficilmente potrà creare un precedente. Non si ferma allora la battaglia di milioni di americani per veder riconosciuta l’obiezione di coscienza per i funzionari pubblici rispetto ai matrimoni omosessuali. Su questo fronte sono schierati non solo il Governo del Texas e il senatore Ted Cruz, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, ma anche un insospettabile, ossia Christopher Ciccone, fratello della cantante Madonna e noto omosessuale. Anche per lui, l’obiezione di coscienza è un diritto che va garantito.