Il sollecito di Strasburgo all’Italia per il matrimonio omosessuale, il dramma dei profughi e l’appello del Papa ad ospitarli sono stati tra gli argomenti affrontati dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante il suo intervento alla puntata di ieri sera di Ballarò.
In merito al voto dell’Europarlamento, il porporato ha affermato che si tratta di una “esortazione” e di una “raccomandazione” non vincolante, in quanto “il diritto di famiglia è tuttora soggetto e responsabilità degli Stati membri”.
Fermo restando che “la Chiesa non è contro nessuno”, Bagnasco ha ricordato che il matrimonio tra uomo e donna, così come disciplinato dalla Costituzione e dalla legge ordinaria, e le unioni civili sono “situazioni molto diverse, pertanto non si capisce perché si debbano trattare nello stesso modo”.
Parlando delle migrazioni, il presidente della CEI le ha definite un “cambiamento epocale” che non riguarda solo l’Italia o l’Europa ma “il mondo”, con un “movimento inarrestabile” verso Occidente.
“Il mondo dei disperati – ha proseguito - non è più disponibile a vivere in uno stato di disperazione e guarda agli spiragli possibili. Speriamo che questi spiragli opportunamente regolati e con la buona volontà di tutti, di chi arriva e di chi accoglie, possano diventare un domani”.
Assieme all’Europa, dunque, l’ONU dovrà affrontare l’“oggi” e il “domani” di tale problematica, dove “l’oggi è l’accogliere chi è disperato, ha fame e sete e non ha dove dormire”, mentre il “domani è quello di un’integrazione dignitosa”.
Nell’accogliere i migranti, la Chiesa “non chiede carte d’identità religiose a nessuno”, ha ribadito il cardinale, auspicando che “le paure non siano alimentate e sollecitate ad arte da nessuno, perché non sarebbe una cosa buona per nessuno”.
Nonostante le “difficoltà oggettive” che l’accoglienza comporta, “l’indole della nostra gente è molto umana e vicina – ha dichiarato Bagnasco -. Questa caratteristica è riconosciuta anche in altri Paesi. Abbiamo visto delle belle immagini della Germania, non dobbiamo dimenticare che Italia non è da meno”.
Il nostro paese, infatti, ha aggiunto, sta affrontando l’emergenza con “mezzi economici ed umani” limitati, ciononostante ha compiuto “gesti significativi” ed “auspicati da molto tempo”, grazie al contributo – tra gli altri – della “Marina Militare” e “della Gente di Lampedusa e di tante altre zone d’Italia”.
Commentando l’appello del Papa, Bagnasco ha sottolineato che i vescovi gli sono “profondamente grati” e vogliono essere “in prima fila” nell’accoglienza dei profughi da lui sollecitata, nonostante le “difficoltà tecniche e strutturali, che devono essere affrontate e che affronteremo”.
Un accenno è stato fatto dal presidente della Cei anche all’immagine straziante del piccolo Aylan, fotografato morto dopo un naufragio lungo una spiaggia turca. “Credo che la coscienza europea – ha dichiarato - sia stata mossa anche da questa immagine, estremamente acuta, che ha suscitato tantissimo dolore e, nello stesso tempo, anche tantissima tenerezza, ma la coscienza europea era già in movimento, grazie alla sequenza continua delle informazioni che i media hanno dato su questo fenomeno”.
Pertanto il porporato ha ringraziato i media “perché hanno contribuito a smuovere gli animi in senso positivo” e, prendendo atto del dibattito in merito all’opportunità o meno di pubblicare quelle foto, ha concluso affermando: “in questo momento mi pare che l’effetto, che ha suscitato negli animi di profondo dolore e tenerezza insieme, sia una questione da mettere a fuoco”.