"Basta alle atroci e inspiegabili persecuzioni contro i cristiani"

L’intervento di padre Miguel Ayuso, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, al meeting di Atene organizzato da Kaiciid e patriarcato ecumenico

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No alle persecuzioni, sì ai diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente. Questo l’appello lanciato oggi da padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, intervenuto ad Atene al meeting interreligioso sul tema “Sostenere i diritti alla cittadinanza e la coesistenza pacifica”. L’incontro – informa la Radio Vaticana – è promosso dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli e dal Kaiciid, il Centro per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz, con il sostegno del ministero degli Affari esteri ellenico.  

“Siamo qui per sostenere tutti coloro che soffrono a causa dell’attuale situazione in Medio Oriente e per cercare di facilitare la pace e la riconciliazione attraverso il dialogo”: così ha detto padre Ayuso. “Le condizioni critiche dei cristiani in Iraq, Siria ed in altre parti della regione in cui si riscontrano violenze e conflitti politici stanno mettendo in pericolo le comunità cristiane da tempo stabilitesi nella zona ed ora costrette a spostarsi”. “Papa Francesco – ha aggiunto – ha voluto dare voce alle atroci, disumane ed inspiegabili persecuzioni di coloro che, soprattutto fra i cristiani, in tante parti del mondo, sono vittime di fanatismo ed intolleranza, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutto il mondo”.

Secondo padre Ayuso sono dunque sette gli obiettivi che il meeting deve porsi: “Lo status quo sulla sicurezza, la cittadinanza, la tutela delle minoranze religiose, la fine di odii e violenze, il rispetto per tutti, a prescindere dall’identità religiosa, l’impegno al dialogo ed al supporto dei diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente”. A tal fine ha esortato tutte le parti in causa “ad agire ed a contribuire alla promozione della cittadinanza e della vera convivenza per tutti”.

Citando, infine, la lettera inviata il 6 agosto da Papa Francesco a mons. Maroun Lahham, vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini e vicario patriarcale per la Giordania, il rappresentante vaticano ha auspicato che “l’opinione pubblica mondiale possa essere sempre più attenta, sensibile e partecipe davanti alle persecuzioni condotte nei confronti dei cristiani e delle  minoranze religiose”. Di qui la richiesta che “la comunità internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più essenziali e impedisce la ricchezza della convivenza tra i popoli, le culture e le fedi”.

Inaugurato ufficialmente il 26 novembre 2012, il Kaiciid è stato fondato da Arabia Saudita, Spagna ed Austria con la Santa Sede nel ruolo di organismo osservatore e fondatore. Il Centro si pone l’obiettivo di facilitare, rafforzare ed incoraggiare il dialogo tra i seguaci delle diverse religioni e culture del mondo, così da migliore la cooperazione, il rispetto delle diversità, la giustizia e la pace.

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ZENIT Staff

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