“Oggi il calendario liturgico ricorda Sant’Egidio, ed è quindi un ottima occasione per illustrarvi l’incontro internazionale sul tema ‘La pace è sempre possibile’ che si svolgerà a Tirana in Albania dal 6 all’8 settembre”. Con queste parole Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, ha aperto stamane a Roma la conferenza stampa di presentazione dell’incontro internazionale per il dialogo tra religioni e culture.
“Abbiamo scelto l’Albania – ha spiegato Impagliazzo – concordemente con le intenzioni del Papa, perché questo piccolo paese è molto importante per la convivenza tra le diverse religioni: ebrei, musulmani cristiani e cattolici. Un Paese in cui le religioni convivono pacificamente, dopo decenni in cui la libertà religiosa era stata soppressa con la violenza.
Nel 1967 in Albania fu dichiarato l’ateismo di stato, e i credenti – sia cristiani che ortodossi e musulmani – vennero perseguitati. Con la caduta del comunismo, moltissimi albanesi cercarono di emigrare verso l’Italia e l’Europa. In quegli anni i porti pugliesi videro arrivare navi cariche di albanesi, tanto che già allora qualcuno parlò di ‘invasione’. Anticipando quanto sta avvenendo oggi il canale di Otranto ha visto tante vittime. Oggi la situazione è normalizzata, si è raggiunto un livello alto di integrazione, molti albanesi lavorano in Europa e molti altri sono rientrati.
Da parte sua, la Comunità di Sant’Egidio può annoverare 30 anni di amicizia con il popolo albanese. Tante le opere di assistenza, di carità, di aiuti nel paese e anche l’apertura di due case famiglia per malati psichici che hanno iniziato a funzionare immediatamente dopo la chiusura dei manicomi, grazie all’aiuto del Ministero della salute albanese.
Impagliazzo ha mostrato grande simpatia per l’Albania e per il suo popolo. Un popolo che ha tanto sofferto e che sta cercando di superare i traumi del passato. L’incontro internazionale gode del sostegno convinto del primo ministro albanese e del sindaco di Tirana e vedrà la partecipazione di musulmani di varie confessioni, cattolici, cristiani ortodossi, luterani, evangelici, valdesi, anglicani, buddisti, scintoisti, sikh.
I vari rappresentati religiosi, insieme ai partecipati, alle rappresentanze politiche, agli esponenti della cultura e della società civile, concluderanno l’appuntamento nella piazza in cui è collocata la piramide che avrebbe dovuto accogliere la salma di Enver Hoxha. Quel luogo che il dittatore voleva proclamare come fulcro dell’ateismo verrà invece ribattezzato “Piazza delle religioni”, proprio per affermare una volta per tutte che quella parte della storia è stata definitivamente superata. Per ricordare i morti e le vittime della dittatura, inoltre, verrà collocata una campana della pace costruita con il metallo delle pallottole utilizzate durante la rivoluzione.
“Siamo convinti di dover superare il pessimismo”, ha sottolineato il presidente della Sant’Egidio. “Se non si investe nella pace, non si potranno risolvere i problemi più grandi come quello dell’emigrazione e le tragedie collegate”. La speranza che la pace sia sempre possibile è dimostrata dalla storia della comunità di sant’Egidio, che in più occasioni, riuscendo a mettere insieme le diverse componenti, religiose, civili, politiche e culturali è giunta al raggiungimento di accordi di pace.
Più di 400 saranno i rappresentati religiosi, politici, civili che si incontreranno a Tirana: patriarchi, vescovi, rabbini, monaci, abati, direttori di scuole islamiche, ministri, scrittori, giornalisti, storici, docenti universitari, funzionari della comunità internazionale. Tutti saranno impegnati a cercare vie di pace in luoghi dove attualmente infuriano terrorismo e scontri armati come in Libia, Nigeria, Siria, Iraq, ma anche El Salvador e Mindanao.
Ad una domanda di ZENIT, Impagliazzo ha risposto spiegando che è già in embargo il messaggio inaugurale di Papa Francesco, e che l’intero incontro è stato presentato e condiviso con il Pontefice. Tra i momenti più significativi quello con le diverse forze che si stanno combattendo in Libia. Per la prima volta Sant’Egidio riuscirà a mettere intorno allo stesso tavolo le diverse fazioni per farle dialogare.
In incontri diversi verranno affrontate le situazioni di violenze di bande giovanili del narcotraffico in El Salvador, il conflitto con i musulmani nell’sola di Mindanao nelle Filippine, lo scontro con i terroristi dei Boko Haran in Nigeria, la difficile situazione in Iraq ed in Siria, quella in Kurdistan. Ci sarà un incontro anche con le autorità politiche e religiose dell’Iran. Ci saranno testimonianze dei martiri cristiani: dai copti ai siriani fino ai superstiti delle persecuzioni in Turchia ed ai Sinti sopravvissuti al nazismo. Si prevede che saranno oltre 2000 i giovani che assisteranno ai diversi appuntamenti
I costi complessivi dell’evento ammontano a 600.000 Euro, coperti con i fondi del Governo Albanese e della Unione Europea. “Per dare un idea di quanto ci sia voglia di Pace – ha concluso Marco Impagliazzo – molte delle autorità internazionali che parteciperanno all’incontro hanno rinunciato al rimborso dei costi per il viaggio”.