Si sono svolte questa mattina le esequie di mons. Pierfranco Pastore, storico segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, figlio del sindacalista Giulio e fratello del conduttore del Tg2 Mario, scomparso nei giorni scorsi a 88 anni. Il rito si è svolto presso la cappella della “Casa Assistenti” dell’Azione Cattolica a Roma, che ospita i sacerdoti in servizio alla Cei, ed è stato presieduto dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero. Tra i circa 20 concelebranti c’erano il prefetto della nuova segreteria per le comunicazioni, monsignor Dario Edoardo Viganò, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, il vice direttore, padre Ciro Benedettini, il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, con il predecessore, don Francesco Ceriotti.
Presente al funerale anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, legato al presule da sentimenti di stima e amicizia. Con lui, nella piccola cappella, c’erano anche tanti giornalisti amici di mons. Pastore, come il consigliere del presidente Mattarella per la comunicazione ed ex direttore dell’Asca, Gianfranco Astori, il consigliere d’amministrazione Rai ed ex segretario Fnsi, Franco Siddi, il vaticanista ed ex vicedirettore de L’Osservatore Romano, Carlo Di Cicco.
Nella sua omelia, mons. Celli ha ricordato il suo storico segretario come “un vescovo che non pontificava mai”. “La notizia che don Pierfranco ci aveva lasciato – ha aggiunto – mi ha fatto venire in mente i miei predecessori Foley e Deskur, con i quali aveva collaborato tanto al servizio della Chiesa nel campo delle comunciazioni, e ho pensato che loro due lo hanno accolto in paradiso”. “Con Deskur, tutte le mattine prendevano il caffé insieme”, ha ricordato, e insieme hanno “guidato e favorito la presenza della Santa Sede nel delicatissimo settore delle comunicazioni”.
“Don Pierfranco è stato il segretario che ha servito più lungamente il Pontificio Consiglio”, ha poi sottolineato Celli. “Nel 2003 era andato in pensione solo formalmente. In maniera semplice e cordiale continuava ad aiutarci, annunciandosi sempre con la domanda ‘disturbo?’, quando entrava negli uffici. Il suo stile era fatto di semplicità, vicinanza discreta, di affetto donato con un certo pudore”. “Qui in Casa Assistenti, in un altra dimensione, titti hanno vissuto la stessa esperienza e ricorderanno il sorriso di don Pierfranco, le battuta che scendeva con semplicità. Il suo saper stare vicino in modo discreto, come un amico, un fratello. Don Pierfranco – ha concluso il capo Dicastero – ci faceva riscoprire cosa significa essere trasformati dalla potenza e forza di Cristo”.
Anche Papa Francesco ha voluto ricordare la figura di mons. Pastore: in un testo, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, letto dal segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, il Pontefice ha lodato la sua “generosa opera, profusa con intelligena e passione a servizio del Vangelo e della Santa Sede in particolare nel campo delle comunicazioni”. La salma del vescovo è stata portata a Novara, sua diocesi di origine.