Chi può veramente giudicare?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 7,1-5

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Lettura

Il settimo capitolo del Vangelo di Matteo, che iniziamo a leggere oggi, segna la parte finale del discorso della montagna. Esso contiene molti detti e insegnamenti di Gesù che sembrano messi insieme quasi a caso. A ben vedere, però, hanno una logica anche nella composizione, che ci può aiutare a comprendere meglio cosa il Signore vuole dirci. Nei versetti che la Chiesa ci presenta oggi Gesù ci ricorda di non giudicare per non essere giudicati, e di non voler togliere la pagliuzza nell’occhio del prossimo quando nel nostro c’è una trave.

Meditazione

A chi non è mai capitato di avere un corpuscolo estraneo  nell’occhio? Ci si strofina e, normalmente, si peggiora la situazione. Alla fine, dato il notevole fastidio che provoca un piccolo, o anche minuscolo granello nell’occhio, ci rivolgiamo a chi può aiutarci. Anche solo un amico o un familiare: “Puoi guardare se ho qualcosa nell’occhio?”. Ma lo faremmo lo stesso, se anche l’altra persona avesse una bella trave nel suo occhio (o, piuttosto, in entrambi, perché difficilmente una trave gli offuscherebbe un solo occhio…)? Probabilmente no: non potremmo fidarci che egli possa vedere bene il minuscolo frammento nel nostro occhio. E se fosse il contrario? Se da noi venisse qualcuno chiedendoci di aiutarlo a togliere un granello dall’occhio? Ci rendiamo conto di quanto siamo ciechi a causa di quella trave che ci copre gli occhi? Sarebbe meglio prendere per mano quell’altro e dirgli: “Ti vorrei aiutare, ma sto peggio di te. Dammi la mano e conducimi, e cerchiamo chi ci può aiutare veramente”. Tante volte pensiamo che abbiamo il diritto di giudicare su chi – al contrario di noi – non sembra tanto attento alla sua anima. Giudichiamo quei cristiani che non si attengono ai comandamenti e ai precetti, che non ricevono i sacramenti o non vanno a Messa, che non recitano le preghiere. Pensiamo di poterci erigere a loro giudici. Ma a che serve affaticarsi con mille piccoli e grandi esercizi di pietà, quando con i nostri giudizi ci siamo comunque sbarrati la porta del cielo? Diciamo: “Sbagli tutto, così sarai condannato! Ora ti spiego io cosa devi fare per la vita eterna!”. Sarebbe infinitamente meglio dire: “Vieni, dammi la mano, accompagnami: accecato dalla mia smania di perfezione, non ho visto la trave che mi affligge e solo ora mi accorgo di aver quasi perso la vista. Aiutami tu, andiamo insieme da Gesù: solo lui può togliere travi e pagliuzze!”.

Preghiera

Signore, ti prego, rendimi un po’ “miope”! Fa’ che io veda solo le cose grandi, che ho davanti ai miei occhi e non le piccole pagliuzze negli occhi degli altri. Dammi il coraggio di accettare i miei difetti e rendimi umile, affinché io possa chiedere aiuto proprio a coloro che pensavo di giudicare.

Agire

Oggi elencherò gli aspetti positivi che trovo nella persona che meno sopporto! Se fosse opportuno, potrei anche andare a dirglieli, per rafforzare il rapporto fraterno.

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesa, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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