Praying in silence

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Prenda la sua croce

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 16,24-28

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Lettura

Nella lettura tratta dal libro del Deuteronomio, Mosè ricorda al popolo, che sta per entrare nella terra promessa, ciò che Dio ha fatto per Israele e lo invita a rispondere all’amore del Signore, scegliendo di osservare le sue leggi. Anche nel Vangelo, Gesù pone i suoi interlocutori davanti ad una scelta: mettere al centro se stessi o la relazione con lui.

Meditazione

Gesù spiega cosa è necessario fare per passare dal desiderio di seguirlo alla sequela vera e propria. «Rinnegare se stessi significa conoscere solo Cristo, non più se stessi, vedere ormai solo colui che ci precede, non il cammino per noi troppo difficile. Ancora una volta rinnegamento di sé significa solo: Egli ti precede, tieniti stretto a lui» (D. Bonhoeffer). Quindi, rinnegare se stessi non vuol dire disprezzarsi, sottostimarsi, neanche seguire chissà quale vita ascetica, fatta di rinunce e penitenze, ma scegliere di non mettere se stessi al centro, di non assolutizzare il proprio io. La croce, che evoca la morte degradante che i Romani riservavano ai ribelli, nel linguaggio cristiano non è il simbolo di una sofferenza da accettare in modo più o meno rassegnato, ma è il segno dell’appartenenza a Cristo, che è sempre una scelta personale. Chi rinuncia a vivere per se stesso è ora libero di mettere al centro la propria appartenenza a Cristo. «Chi si pone nella sequela, si consegna alla morte di Gesù, fonda la sua vita sulla morte, ed è così fin dalle prime battute; la croce non è la fine terribile di una vita felice e devota, ma sta all’inizio della comunione con Gesù» (D. Bonhoeffer). Il tipo di scelta compiuta ha delle conseguenze che riguardano la salvezza o la perdita della propria vita: chi, infatti, rinnega se stesso e prende la sua croce, facendo della sua vita un dono a motivo di Cristo e del Vangelo, anche se, apparentemente, perde la propria vita, la salva. Invece, chi mette al centro se stesso, vive la propria vita nel tentativo di guadagnare e di salvarsi, ottiene solo il fallimento della propria esistenza. Ancora una volta, le parole di Gesù ci invitano a fare chiarezza sui nostri desideri, su cosa ho scelto di porre al centro della mia vita.

Preghiera

«Io sono del mio amato e il mio amato è mio» (Ct 6,3): con queste parole tratte dal Cantico dei Cantici, rinnovo il mio desiderio di mettere la relazione con Gesù al centro della mia vita.

Agire

Alla fine della giornata, chiedo perdono al Signore per le volte che ho messo al centro me stesso e non la mia relazione con lui.

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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