Migrantes. Mons. Di Tora: “Questa nuova stagione di migrazioni rischia di disorientare tutti"

La Fondazione ha preso parte ieri alla veglia ecumenica, in Santa Maria in Trastevere, in memoria delle vittime dei viaggi nel Mediterraneo

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“Questa nuova stagione di migrazioni nel nostro Paese, seppur contenuta nei numeri rispetto alle migrazioni economiche di questi ultimi 25 anni, rischia, anche per le forme di comunicazione e di interpretazione non sempre corrette, di disorientare noi stessi, i presbiteri e fedeli”.

È uno dei passaggi più significativi della lettera inviata dal presidente della Fondazione Migrantes, mons. Guerino Di Tora, ai direttori regionali e diocesani Migrantes e ai coordinatori etnici nazionali, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra domani, 20 giugno 2015.

Scrive il presule: “Mentre alcune comunità da una parte hanno realizzato meravigliosi gesti di disponibilità, accoglienza, accompagnamento fraterno, altre si sono chiuse, hanno ceduto alle paure, hanno percepito in modo minaccioso questa nuova presenza”.

Tuttavia, soggiunge Di Tora, “se è vero che l’azione della Chiesa, nelle sue diverse espressioni, non può che essere sussidiaria all’azione dello Stato e delle istituzioni territoriali, soprattutto nel servizio sociale alle persone, non possiamo però mancare di sollecitare e accompagnare in ogni diocesi – anche in collaborazione con le istituzioni – una testimonianza cristiana concreta e fedele al Vangelo, a tutela delle persone e famiglie migranti”.

Secondo il presidente della Fondazione, la comune azione pastorale e culturale deve pertanto “favorire percorsi educativi ed esperienze d’incontro nelle parrocchie”, valorizzando esperienze associative e di gruppi o luoghi, in modo da dare un segno “che la conoscenza possa aprire l’intelligenza e la coscienza a ‘riconoscere’ i nostri fratelli”. 
 
“Tanto più – si legge ancora – che molti di questi fratelli migranti oggi in fuga hanno lasciato luoghi di fede e comunità cristiane (in Siria, Eritrea, Senegal, Costa D’Avorio, ad esempio) e quindi hanno bisogno anche di una nuova comunità per continuare a vivere almeno un tratto della storia di fede personale”.

La Fondazione Migrantes è stata inoltre tra gli organizzatori e i progratonisti della veglia di preghiera ecumenica svoltasi ieri nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, in memoria dei migranti vittime dei viaggi verso l’Europa. La serata, dal titolo “Morire di speranza”, è stata curata dalla Comunità di Sant’Egidio, con la collaborazione anche di Federazione delle Chiese Evangeliche, Caritas, centro Astalli, Acli e Associazione Comunità Giovanni XXIII.

A presiedere la Veglia, il cardinale Antonio Maria Vegliò, il quale, nella sua omelia, ha sottolineato che “la risposta internazionale alla crisi migratoria è inadeguata ed è affrontata come un problema di sicurezza e non come una crisi umanitaria” “Non possiamo permettere che ricevano indifferenza – ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti – perché ogni persona è immagine di Dio e ha diritto di vivere”.  

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Il testo integrale della lettera di mons. Di Tora è sul sito www.migrantes.it
 

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ZENIT Staff

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