Mons. Heiner Koch (WIKIMEDIA COMMONS - Martin Rulsch, CC BY-SA 4.0)

Mons. Koch: “Attentato a Berlino non giustifichi chiusura all’immigrazione”

Secondo l’arcivescovo della capitale tedesca, tutte le religioni devono aiutare a capire che la vita ha un valore

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Un appello contro ogni paura, pochi giorni dopo l’attentato e pochi giorni prima del Natale, è arrivato dall’arcivescovo di Berlino, monsignor Heiner Koch, nel corso della celebrazione ecumenica ed interreligiosa in ricordo delle vittime della strage di lunedì scorso ai mercatini natalizi.
“Avviciniamoci gli uni agli altri in questa notte di dolore”, ha detto commosso il presule, durante la cerimonia, cui hanno partecipato cattolici, protestanti, musulmani ed ebrei.
“Proprio nel messaggio autentico del Natale, possiamo e dobbiamo trovare la giusta reazione di fronte all’odio e alla violenza”, ha dichiarato monsignor Koch, ribadendo che “l’impegno per promuovere l’amore e la pace sulla terra è l’unica risposta. Dobbiamo esserne convinti se vogliamo celebrare e vivere in modo consapevole questa festività”.
Intervistato da Avvenire, l’arcivescovo di Berlino, ha affermato: “Specialmente ora, dopo questo terribile attentato, non possiamo permetterci di essere divisi, di scagliarci gli uni contro gli altri, di accusarci a vicenda. Dobbiamo – e dovremo – vivere insieme a Berlino. Tutti. Islamici, ebrei, cristiani, atei, stranieri, tedeschi, rifugiati, berlinesi”.
L’attentato di lunedì, secondo Koch, è “un caso emblematico in cui la religione viene manipolata per giustificare la violenza. Questa, però, non c’entra. Viene usata come movente, ma non lo è. Nessuna fede – ha sottolineato – vissuta in modo autentico, spinge ad atti di terrorismo”.
Contro ogni estremismo, ha aggiunto, i credenti possono solo “ricordare il fine autentico della religione: aiutare le persone a capire che la vita ha un valore”.
Quando nel 2017, in Germania si ricorderà il 500° della Riforma, non sarà dimenticato che “protestanti e cattolici si fecero guerra nel nome della fede”: pertanto, ha puntualizzato monsignor Koch, “non possiamo certo dimenticarlo e puntare il dito sulle altre religioni”.
Per l’arcivescovo di Berlino, i politici che chiedono una stretta sull’immigrazione mancano di “rispetto alle vittime”, in quanto l’attentato “non ha niente a che fare con la politica di accoglienza nei confronti dei rifugiati”.
“Come cristiani, dobbiamo essere ponti. Mediare tra diverse lingue, tradizioni, religioni, visioni del mondo”, ha poi concluso Koch.

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ZENIT Staff

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