Foto: YouReporter

Berlino, caccia all'uomo dopo strage. Religioni in preghiera

Rilasciato il pakistano fermato ieri. L’autista polacco ha cercato di fermare la strage. Ribadito impegno Francia-Germania contro terrorismo. Ieri manifestazioni per le vittime

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Caccia all’uomo in Germania. Resta ‘a piede libero’ l’autore della strage di domenica a Berlino, dove un tir si è lanciato contro la folla di un mercatino di Natale uccidendo 12 persone e ferendone oltre 50. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis.

In un primo momento era stato fermato un pakistano, dichiarato poi estraneo ai fatti. Intanto dalle indagini è emerso che l’autista polacco del furgone, Lukasz Urban, sequestrato e ucciso poco dopo la tragedia, ha lottato fino all’ultimo momento per evitare la carneficina. Sul corpo del 37enne sono state trovate infatti profonde ferite causate da arma da taglio.

Sembra che l’uomo, si trovasse nella cabina ancora in vita, seppur ferito gravemente, al momento in cui il mezzo investiva le persone e che avesse cercato ad ogni costo di evitare che il tir si abbattesse contro la gente che passeggiava nel centro della capitale tedesca, nel mercatino allestito vicino la Chiesa del Ricordo. Il polacco è stato ucciso subito dopo con colpi d’arma da fuoco.

Attualmente sono 48 i feriti, di cui otto in condizioni gravi. Tredici di loro hanno ricevuto ieri la visita di Joachim Gauck, presidente della Repubblica Federale di Germania. Proprio tra i feriti negli ospedali della capitale e di tutto il Brandeburgo la polizia sta cercando l’attentatore. Lo riferiscono i media locali, che parlano pure di un 24enne tunisino ricercato dalle forze dell’ordine.

Da parte sua la cancelliera Angela Merkel, in una telefonata con il presidente francese François Hollande, ha affermato che: “La lotta senza tregua contro il terrorismo non deve intaccare né i valori né lo stile di vita scelto dalle democrazie”. Come informa un comunicato diffuso ieri dall’Eliseo, i due leader hanno ribadito “la piena mobilitazione dei servizi francesi e tedeschi per lottare contro il flagello del terrorismo e l’attuazione delle misure decise a livello europeo”.

Intanto L’Osservatore Romano riferisce che a Berlino, all’indomani della tragedia, le comunità religiose del paese si sono riunite in diverse celebrazioni per commemorare le vittime e lanciare un messaggio di dialogo e pace. “Piangere assieme per fare spazio all’umanità” è stato il tema della cerimonia interreligiosa di martedì, celebrata nella Chiesa del ricordo alla quale erano presenti esponenti delle comunità evangelica, cattolica, ortodossa, ebraica e musulmana.

Sempre ieri, martedì, l’arcivescovo di Berlino Heiner Koch ha invitato i berlinesi a unirsi in preghiera a mezzogiorno, nella cattedrale di Santa Edvige, per ricordare le vittime. Anche il Consiglio centrale dei musulmani in Germania (Zmd) ha espresso il suo profondo dolore per quanto accaduto. “Il Zmd si attiverà con tutti i suoi mezzi a disposizione per non far nascere mai il seme del male, il panico, l’odio e la discordia tra i gruppi sociali e le religioni”, ha detto il presidente Aiman Mazyek, il quale, ricordando gli attentati di Bruxelles, Parigi e Istanbul, ha evidenziato come questi abbiano colpito profondamente gli stessi musulmani.

Vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime sono state espresse pure dal World Council of Churches (Wcc), attraverso il segretario generale Olav Fykse Tveit, che ha dichiarato: “Dobbiamo unirci, non solo per condannare queste azioni, ma per rafforzare la nostra ricerca della pace giusta, e la nostra determinazione a non permettere che la violenza estremista ci separi gli uni dagli altri”.

Di shock per la brutalità di una violenza senza senso ha parlato il presidente della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), il vescovo Heinrich Bedford-Strohm. Mentre il vescovo luterano austriaco Michael Bünker ha espresso “profonda tristezza per l’orrore” e ha incitato a “restare insieme e non farsi scoraggiare da attacchi vili come questo nell’impegno a vivere in una società aperta”.

[S.C.]

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ZENIT Staff

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