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India: anche i protestanti pregano per la liberazione di padre Tom

Grande partecipazione di tutte le religioni alla veglia a sostegno del salesiano rapito nello Yemen

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È stata una vera e propria preghiera ecumenica ed interreligiosa quella svoltasi lo scorso fine settimana in India per la liberazione di padre Tom Uzhunnalil, il missionario salesiano rapito il 4 marzo 2016 in Yemen.
Numerose le personalità cristiane che hanno aderito alla veglia. Tra queste il reverendo Thomas Jacob, pastore della Chiesa di Santo Stefano a Bandra, nel Nord dell’India. “Abbiamo pregato perché padre Tom Uzhunnalil possa essere presto libero e al sicuro – ha dichiarato il reverendo Thomas ad Asia News -. Possa Dio garantirgli la salute. Noi preghiamo perché possa tornare a casa presto e in tutta sicurezza. Preghiamo anche per i suoi rapitori, per un cambio dei loro cuori e la loro trasformazione”.
Nel videomessaggio diffuso sul web a fine dicembre, padre Tom dichiarava la propria identità ed affermava di “aver bisogno urgente di cure mediche in ospedale”. Successivamente spiegava che i suoi sequestratori avevano provato a mettersi in contatto con le autorità politiche indiane – a partire dal Presidente della Repubblica e dal Primo Ministro – ma senza successo.
Padre Tom è stato rapito lo scorso marzo ad Aden da un commando jihadista, durante lo stesso blitz in cui sono state assassinate 12 persone in una casa di riposo per malati e anziani: tra le vittime 4 suore missionarie della Carità, che gestivano la struttura.
La giornata di preghiera per il salesiano rapito si è tenuta nel giorni di sabato 21 e domenica 22 gennaio, per impulso del cardinale Baselios Cleemis, presidente della Conferenza Episcopale Indiana. Momento culminante è stata la fiaccolata dalla cattedrale di Santa Maria a Trivandrum (Kerala).
Tutta la chiesa indiana è in apprensione per le sorti del sacerdote, per il quale hanno lanciato l’appello le principali autorità di Delhi, dal primo ministro al ministro degli Esteri.

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ZENIT Staff

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