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Usa. Vescovi: “Salute non sia un lusso, copertura va garantita”

Nella prospettiva dell’abrogazione dell’Obamacare sotto la presidenza Trump, la Conferenza Episcopale auspica una riforma sanitaria che tuteli la vita estesa anche agli immigrati

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Sì al definanziamento dell’aborto, no ai tagli alle spese sanitarie in generale. È il distinguo nella posizione dei vescovi statunitensi in merito alla “controriforma” promessa dal neopresidente Donald Trump, a sette anni dall’entrata in vigore dell’Affordable Care Act, più noto come Obamacare.
Come primo atto dal suo ingresso venerdì alla Casa Bianca, Trump ha subito firmato un decreto per tagliare i costi della riforma sanitaria del suo predecessore. Contemporaneamente è in discussione al Congresso, l’abrogazione e la sostituzione dell’Obamacare, del quale, tuttavia, l’episcopato vorrebbe salvare alcuni principi.
In una lettera firmata da monsignor Frank J. Dewane, vescovo di Venice e presidente della Commissione Episcopale di giustizia e sviluppo umano, i presuli rivolgono un appello ai parlamentari, affinché “lavorino insieme per proteggere gli americani più vulnerabili e conservare gli importanti passi in avanti compiuti in tema di copertura e accesso alle cure sanitarie”.
Come ricorda lo stesso mons. Dewan, a suo tempo, i vescovi avevano criticato la riforma di Obama per i suoi finanziamenti e facilitazioni alle pratiche abortive e per il mancato accesso alle cure da parte degli immigrati. Ciononostante, riconoscono che la nuova legge ha apportato “importanti miglioramenti di copertura” che “vanno salvaguardati”.
Una possibile abrogazione dell’Obamacare, dunque, non dovrebbe avvenire – auspicano i vescovi – senza l’approvazione di un “piano sostitutivo che assicuri l’accesso a cure sanitarie adeguate per quei milioni di cittadini che ora fanno affidamento su questo strumento per la tutela della loro salute”.
Costringere una larga parte della cittadinanza a dover spendere di tasca propria per la salute, potrebbe portare a una “grande incertezza che in questo momento risulterebbe particolarmente devastante”, prosegue la nota.
L’assistenza sanitaria, aggiungono i vescovi, non va vista come un “lusso” ma come una “piattaforma necessaria per aiutare gli individui e le famiglie a prosperare e contribuire al bene comune della società e della nazione”.
In conclusione, l’episcopato afferma la possibilità di realizzazione di un sistema sanitario “universale e sostenibile”, da adottarsi “in una modalità che includa la protezione della vita, della libertà di coscienza e degli immigrati”.

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ZENIT Staff

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