Oriente e Occidente sono due mondi diversi sebbene sempre più vicini e intersecati. Al tempo stesso l’affermazione del “mondo globale” ha messo in discussione le rispettive “identità, nazionali, religiose, di civiltà”. Lo ha detto ieri Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, in apertura del convegno Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà, che si chiude oggi a Firenze.
Ciononostante non ha alcun senso parlare di “scontro di civiltà”: si tratta, ha argomentato Riccardi, di “un’opzione spesso ricorrente quanto terribile e semplificatoria”. Al tempo stesso, bisogna evitare che il Mediterraneo, con le sue ripetute tragedie dell’immigrazione, diventi lo scenario di una “nuova guerra fredda” tra Occidente e Islam.</p>
Tra questi due mondi, ha osservato ancora l’ex ministro, “ci sono ancora vuoti da colmare” attraverso il dialogo non solo “a livello di “élite” ma soprattutto “tra i popoli”.
Il Gran Imam di Al Azhar, Al Tayyeb, ospite della due giorni fiorentina promossa da Sant’Egidio, è stato indicato da Riccardi come interlocutore privilegiato di tale dialogo. A tal proposito il fondatore della Comunità ha ricordato come proprio Firenze sia stata, negli anni ’50-’60, città pioniera di un certo processo culturale, attraverso i “dialoghi di civiltà del Mediterraneo, lanciati dal sindaco Giorgio La Pira”.
La chiave di un cambiamento potrebbe essere “nuova estroversione del nostro continente”, vincendo la “paura di avventurarsi sui sentieri del mondo”.
Da parte sua, l’Europa “non è solo una realtà ricca di potenzialità economiche” ma soprattutto un territorio ricco di storia, di arte e di una eredità cristiana che non appartiene solo al passato, “come mostra il martirio dei cristiani nell’Europa sotto dominio comunista nel Novecento”, che dimostrano come l’Europa non sia “così secolarizzata come viene talvolta rappresentato”.
Nonostante i tanti “pregiudizi” e l’“ignoranza” ancora diffusa, sebbene il “nostro mondo” sia sempre più “alfabetizzato”, siamo destinati a
“parlarci intensamente e presto”, ha aggiunto Riccardi.
“Mi piace vedere il dialogo tra Oriente e Occidente, come l’incontro tra Ismaele e Isacco, che sono stati separati, ma che scoprono che tanto li unisce: soprattutto sentono, nonostante le diversità, il bisogno di parlarsi e di incontrarsi”.
Da parte sua, l’Imam Al-Tayyeb ha lanciato l’allarme sull’inasprirsi dello scontro di civiltà e della “crisi mondiale”, per la quale rischia di pagarne il prezzo l’umanità tutta”, con “spargimenti di sangue, forse in una misura superiore a quella dei due conflitti mondiali della prima metà dell’ultimo secolo”.
È proprio in questo scenario di “frustrazione” e di “tristezza per un mondo sull’orlo del disfacimento di civiltà”, che un gruppo di “saggi” di Oriente e di Occidente si stanno incontrando a Firenze, “per avviare la disamina di una questione molto ardua ed estremamente complicata, nella speranza di giungere ad individuare una via d’uscita o per lo meno a gettare il seme dell’albero della pace che si spera possa portare dei frutti un giorno”.
Se da un lato, l’Occidente dovrebbe rinunciare a una certa politica imperialista, diventando “meno campanilista ed arrogante”, l’Oriente – ed in particolare l’Islam – dovrebbe smettere di considerare la civiltà occidentale portatrice di mali e irrispettosa dei valori religiosi e delle virtù”, guardando soprattutto agli aspetti positivi della civiltà occidentale, a partire dall’apertura di quegli “orizzonti scientifici e tecnologici” che ha “salvato l’umanità”.
L’Imam di Al Azhar ha quindi condannato il terrorismo islamico e tutti i “gruppi e movimenti armati che spesso si celano sotto le mentite spoglie della religione, strumentalizzando i testi sacri per legittimare l’aggressione”.