Sanctuary of Jasna Gora in Czestochowa

Santuario di Jasna Gora a Czestochowa (Zenit - LM)

L'arcivescovo Shevchuk a Jasna Góra a pregare per l'Ucraina

L’arcivescovo maggiore di Kiev ha inviato poi una lettera in Vaticano per chiedere al Papa di farsi “voce del popolo ucraino” domani nell’udienza con il presidente russo Putin

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Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč e capo della Chiesa greco-cattolica in Ucraina è giunto ieri, lunedì 8 giugno, come pellegrino al Santuario Nazionale della Madonna Nera di Jasna Góra, a Częstochowa.

“Sono venuto a Jasna Gora a presentare le lacrime e il dolore del popolo ucraino, le nostre preghiere per la pace, perché in realtà ora in Ucraina si tiene una lotta apocalittica tra il bene e il male, tra la verità e la menzogna. Volevo chiedere alla Madonna l’aiuto per l’Ucraina”, ha detto l’arcivescovo ai giornalisti, incontrati nella Capella dell’Immagine Miracolosa.

Il capo della Chiesa greco-cattolica ha esortato a “non dimenticare l’Ucraina, perché i media già non parlano più della guerra, non parlano più del dolore e dei morti in tutto il paese”. “Dovete essere ambasciatori di verità – ha aggiunto – perché questa guerra è una guerra di disinformazione. È necessario ampliare la verità sul dolore, l’ingiustizia di questa aggressione contro l’Ucraina”. Shevchuk ha poi preso parte alla Santa Messa celebrata per la pace in Ucraina, nel mondo e per i cristiani perseguitati.

In vista dell‘udienza che Papa Francesco concederà domani al presidente russo Vladimir Putin, ha inoltre fatto pervenire in Vaticano una lettera nella quale chiede “al Santo Padre di essere la voce del popolo ucraino, di tutti i cattolici credenti in Ucraina che soffrono” e “come padre difenda i suoi figli”.

“Attesto che finora nessuno, né la diplomazia, né i sistemi di sicurezza internazionale né i grandi di questo mondo riescono a fermare la guerra”, si legge nella missiva ripresa dal Sir. “Siamo fiduciosi che il Papa possa fare ciò che finora è stato impossibile”, afferma il presule, paragonando la visita di Putin in Vaticano di domani a quella di Michail Gorbaciov a Giovanni Paolo II nel 1989 che “ha permesso alla Chiesa cattolica in Ucraina di uscire dalla clandestinità e riprendere il normale funzionamento”. L‘arcivescovo ricorda, infine, la recente visita “ad limina” dei vescovi ucraini che hanno potuto dare, di persona, testimonianza “del dolore del sangue e delle lacrime in terra ucraina”.

 

 

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Mariusz Frukacz

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