Il mondo musulmano continua a plaudere alle parole di Papa Francesco contro l'estremismo religioso e la violenza compiuta in nome di Dio. L'ultimo è stato Re Abdallah II di Giordania, il quale, durante un incontro coi capi della tribù beduina di Beni Sakhr, "ha fatto esplicito riferimento alle parole espresse dal Papa sul fatto che la libertà di espressione è un diritto e in certi casi addirittura un dovere, ma che nello stesso tempo essa ha dei limiti, e non può arrivare a offendere le convinzioni religiose degli altri.

A riferirlo all'agenzia Fides è l'arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del patriarcato latino di Gerusalemme, sottolineando che il monarca ha definito "positive" le considerazioni del Pontefice espresse durante la recente visita in Sri Lanka e Filippine sulla necessità di coniugare libertà di espressione e rispetto delle fedi e dei simboli religiosi.

Soffermandosi poi sulla questione dell'estremismo di matrice islamista, Re Abdallah ha ribadito che gli estremisti non rappresentano l'autentico islam e che la reputazione dei musulmani va tutelata e difesa. Il monarca del Regno hascemita ha spiegato la sua partecipazione alla marcia di Parigi con l'intento di mostrare la propria solidarietà a un “Paese amico”, dove vivono anche “sei milioni di musulmani”.

Nella conversazione con i capi beduini, il sovrano ha anche lanciato l'allarme sulla crescita dell'islamofobia in Europa, insistendo sulla necessità di proteggere l'immagine di moderazione e di tolleranza dell'autentico islam e di coinvolgere tutte le comunità musulmane nella condanna dei gruppi estremisti e terroristi che strumentalizzano il Corano.