L’arcivescovo di Torino, nel giorno dedicato a San Giovanni Bosco, ha lanciato un appello alle istituzioni locali e alle forze produttive del territorio affinché venga stretto “un patto intergenerazionale costituito da scelte concrete, realizzabili subito, per offrire sbocchi di lavoro ai giovani, in particolare a quelli che, delusi e sfiduciati, non studiano più e nemmeno più cercano un lavoro.”
“Occorre - suggerisce l’arcivescovo - che ciascuno faccia la sua parte investendo su progetti mirati che coinvolgano le imprese, il terziario, i servizi pubblici, la cooperazione, il mondo artigianale e agricolo. Non possiamo permetterci di perdere intere generazioni che sempre più numerose emigrano all'estero e continuare a lamentarci o attendere che il Governo centrale si muova più decisamente su questo ambito.
Don Bosco con il suo esempio, ricorda Cesare Nosiglia “sprona e incoraggia i giovani a puntare in alto perché i loro sogni e le loro speranze si avverino, anche grazie al loro impegno e interesse, che mostrano ogni volta che vengono presi sul serio e valorizzati dal mondo adulto, anziché essere adulati catturandone il consenso con accattivanti messaggi che li illudono di poter esercitare la libertà al di fuori dello sforzo di conquistarsela, con il sacrificio e anche con la rinuncia.”
“Per questi motivi - conclude il presule - plaudo e incoraggio l'accoglienza, da parte del mondo produttivo, dell'iniziativa proposta (della famiglia Salesiana), di onorare degnamente i 200 anni della nascita del Santo assumendo 200 giovani nell'arco dei prossimi mesi. Si tratta di un'iniziativa concreta che serve da esempio e traino - mi auguro - per tante altre che potranno aggiungersi da parte delle istituzioni pubbliche e delle varie componenti del mondo del lavoro.”
Il testo completo dell'omelia di mons. Nosiglia è disponibile qui.